AL FRONTE NELL’ANNO 1916

Brendola: Monumento ai caduti

23 Agosto 1916 zona di guerra

Cara mamma,

come vedete sono nel Veneto, e precisamente in zona di guerra, ma lontano un trenta Km. dalle prime linee. Non vi avevo scritto prima perché dall’itinerario pareva ci si avesse dovuto fermare 5 o 6 ore a Vicenza così che contavo di potere fare una corsa a casa invece causa le solite minchionerie ci fermammo 5 ore a Brescia e due a Verona senza nessun motivo. Sicchè invece di essere a Vicenza alle 16 del lunedì passai fra le 12 e ½ botto di notte: sono stato attento per poter vedere almeno il paese illuminato ; invece neanche questo. Era guasto o ordine di tener spento? A Vicenza siamo stati fermi appena ½ ora se fosse stato di più avrei fatto una corsa dalla Lucia. Ad ogni modo ho trovato un vecchio collega di ferrovia al quale ho consegnato un involto contenente camicie e mutande come pure della corrispondenza e cartoline nuove, perché ora dovendo la roba sempre nello zaino, questo pesa già troppo col corredo del governo senza che vi abbia da aggiungere anche il mio. Qui ho ancora una camicia e mutande che appena posso manderò anche queste a casa. Ora siamo accampati in uno splendido posto ma così lontano dal fronte che si sentono appena le cannonate e non sempre anche. Voi sapete che non scherzo! Il male è che sono quasi senza soldi; quelle 10 lire che Teresa disse di aver spedito non le ho ancora ricevute; sono poi state spedite, speriamo arrivino, Però ti prego di spedirmene degli altri intanto; forse saranno gli ultimi che vi domanderò perché ora che sono in zona di guerra si comincia a prendere di più e se presto mi daranno la nomina di caporale ( gli esami li ho fatti più di 20 giorni fa e sono riuscito secondo su 52) allora credo non me ne occorreranno di più tanto più che certi vizi non ne ho e altre combinazioni di spendere oltre che mangiare e ber qui non vi sono. Il rancio qui pare sia buono ed un po’ abbondante… certo che senza 5 franchi in tasca per ogni buona o cattiva combinazione non è prudente restare. Da Scipione è tanto che non ricevo notizie. Dove si trova? Da oggi in poi ti scriverò ogni due giorni, ma spero che anche Teresa si muova un poco di più. Ora in poi scriverete Secondo Granatieri 10 compagnia Zona di guerra. Altre direzioni non posso darne poiché qui borghesi non ve ne sono eccetto quelli che passano per la fronte a lavorare. Altri soldati che sono qui da tempo dicono che stando sulle colline da qui poco lontane si può vedere Venezia; vedremo se sarà vero. A dopo domani tornerò a scrivere. Io sto benone e voi? Baci e saluti affettuosi a Teresa e a voi .

9 Settembre 1916, ore 15 zona di guerra

Cara Teresa,

ti scrivo ancora dalla trincea di prima linea ma in attesa del cambio che sarà stanotte in modo che la presente la imposterò domani. Farti una descrizione di tutto ciò che ho visto e passato in questi dieci giorni mi è assolutamente impossibile , non saprei da quale parte cominciare. Ti dico il vero però che non vedo l’ora di andar giù solo per fare un po’ di pulizia perché sono in uno stato da far pietà; fortuna che non ho bestie di quelle proprio no finora; ma pensa che da dieci giorni non mi lavo, né mi levo né scarpe, né fascie né giubba. Non so dove andremo ma non certo a meno di dieci Km da qui. Con più comodità ti scriverò più a lungo.Ho ricevuto ieri una tua lettera del 4 ; ho piacere sentire che state bene; vostro dovere del resto! Quel granatiere da Montecchio ch’è venuto a salutarvi era proprio con me e con l’amico Appoggi di Vicenza il quale è sempre stato con me e mentre ti scrivo la presente egli è sdraiato qui accanto che dorme. Abbiamo discorso fino a mezz’ora fa della festa di ieri ( in passato però) a Vicenza e della nostra comune speranza di veder la pace entro poche settimane. Mi pare di avertelo detto ancora che questo amico è un capotreno del tram che conosco da sette otto anni e con lui siamo sempre stati non solo insieme, ma vicini di letto a Busseto; di paglia a Collecchio; di terra a Palmanova ed a Versa e di fango qui in trincea. Abbiamo già progettata qualche gita insieme appena potremo essere a casa e proprio in questi luoghi. Stamattina ho ricevuto lettera da Scipione che mi dice di star bene e crede che io mi trovi ad Udine. Altro che Udine! Avete fatte le bollette di agosto? Ci sono arretrati? Ci sono rotture per le famiglie? In cabina? Ieri pure ho avuto una lettera da Oreste ed una cartolina da Ino. Ad Ino ho risposto stamattina ad Oreste scriverò domani o dopo. (mentre scrivo questo passa uno che dice: E’ facile che andiamo un mese in Italia: sarà vero?..Ore 19 il cambio l’avremo stanotte e ci sostituirà il 75° fanteria. Mentre riprendo la penna e scrivo due aeroplani si rincorrono con la mitragliatrice e le artiglierie antiaeree battono il tamburo: è uno spettacolo straordinario. E da lontano sul MONTE SABOTINO e sugli altri monti ultimi occupati di tanto in tanto si vede il fumo di qualche granata grossissima che scoppia: sono gli austriaci che tirano chissà a che cosa.. Forse miravano al ponte di Gorizia e prendono i monti dall’altra parte. Quando mi scrivi sappimi dire quante cartoline e lettere hai ricevuto da me dopo che sono qui e fino alla presente.

11 Settembre 1916, ore 2 e ¾

Abbiamo avuto il sospirato cambio. Alle 1 di stamattina volgemmo le spalle alla trincea e dopo 18 Km alle quattro giungemmo qui dove rimarremmo per qualche giorno in attesa si dice di venire per un mese in riposo in Italia. Speriamo che sia vero. A momenti non lo ricordavo più. Mi è venuto in mente proprio a mezzodì pensavo a voi due che in quell’ora eravate a tavola forse sole, mentre io a mezzodì ero dentro nell’Isonzo a lavarmi per bene le porcherie che avevo addosso da 10 giorni. Ho dovuto lavare camicia mutande fazzoletti asciugamani ecc.. poi aspettare che asciughino perché la biancheria pulita è nello zaino che si trova a Palmanova.. Ora sto un po’ meglio. Ma se la pace non si fa vanti sono affari seri. Ora mi trovo in una posizione non tanto bella e molto incomoda, molto più che ci sono vicini alcuni 280 e 305 che fanno rompere le scatole. Ad ogni colpo pare che caschi la cima del monte. Dopo domani ti scriverò ancora. Se puoi mandami in una busta un paio di cartoline illustrate belline da mandare una alla Gina ed un’altra alla Dal Molin perché qui non ne trovo. Contemporaneamente alla presente scrivo a Menaldo ed al Cassiere. Per ora bacia forte la mamma e saluta tutti gli amici.

Monte Sabotino: fureria 10° compagnia

24 settembre 1916 zona di guerra

Cara Teresa,

hai ricevuto tutte le mie cartoline? Nell’ultima scritta da Peteano credo undici giorni fa) ti dicevo di non poterti scrivere a lungo dovendo andar a far una gita per diversi paesi. Diffatti in qualche paese a prelevare vestiario e viveri per la mia compagnia che 6 giorni dopo ( cioè il giorno 18) doveva andare in prima linea per l’avanzata. Tornai dalla mia gita verso le 7, alle 7 e ½ ecco capita un ordine che alle 10 la compagnia si tenesse pronta (anche con le vesti rotte non importava purché vi fossero armi e munizioni) a portarsi in prima linea. Partimmo alle 10 e ½ . Io seguivo l’Appoggi, l’oscurità era profonda rotta solo dal bagliore dei razzi luminosi che venivano lanciati dalla prima linea e da qualche riflettore nostro ed austriaco che dalle rispettive posizioni cercavano di spiare il nemico. Si procedeva in fila ad uno ad uno nel massimo silenzio. A mezza notte comincio il temporale, ma non vi fu pioggia. Alle 1 circa si entrò in un piccolo bosco di pini (sempre ben inteso su monti) e ciascuno per proprio conto cercò un buco possibile per passarvi il resto della notte. Alle 4 arrivò poi il caffè-marsala-cacio-limoni e carne in scatola. Rimanemmo colà accucciati fino alla sera alle 7. Durante il giorno nulla di importante, eccetto qualche granata austriaca che venne a scoppiare a qualche decina di metri da noi. Alle sette, dopo un secondo rancio nel massimo silenzio ci si mise in moto su per il monte per andare a raggiungere la prima linea. La 11 e 12 compagnia dovevano operare, noi 10 e la 9 si doveva essere di rincalzo. Uno dietro l’altro in fila col fucile carico si andava alla meglio su per il bosco cercando di non sdrucciolare ne di smuovere sassi. Intanto cominciava una pioggerella fine fine e molto poco promettente, e a causa delle solite stupidaggini militari dovemmo fermarci in una piccola valletta( come quelle dei nostri monti ma piena di pini) e rimanere colà in piedi fino alle 3 mentre tutta l’ira di Dio si scatenava sotto forma di pioggia e grandine. Non ti puoi immaginare che bagnata! Nelle scarpe l’acqua scorreva come in un fiume. Ed il mio tascapane poi fu tutto bagnato. Avevo dentro molta roba che poi ti dirò. Alle 3 circa il capitano ci dette ordine di ripararci alla meglio. Dove? C’erano dei ricoveri di sasso, ma erano occupati da altre truppe; poi dato il fango altissimo non si aveva libertà di poter camminare; Con Appoggi mi accucciai sotto una pianta e alla meglio, stanchi morti.. chiudemmo gli occhi… fummo svegliati verso le 7 da un sibilo acuto seguito da una violentissima esplosione . Una granata da 105 austriaca era scoppiata poco lontano. Dopo la prima una luna serie di altre granate ci fecero rimanere col cuore in sospeso ed il culo stretto stretto fino alle 10 circa. Ti immagini tu che bel divertimento? E non tutte scoppiavano a vuoto eh! Questo lo puoi ben credere. A mezzogiorno (il sole era tornato) altra ripresa di granate fino alle 2 tanto che a quest’ora il capitano vedendo ch’era impossibile rimanere più a lungo in quel posto decise di portarci addirittura in prima linea. Infatti di corsa uno dietro all’altro dopo mezz’ora eravamo ricoverati in tante piccole nicchie formate di sasso e sacchetti di terra, con feritoie e coperte pure di sassi e sacchi di terra sostenuti da pali trasversali. Fa conto di vedere un fac simile ( in abbozzo però) dei portici di Monte Berico ma alla parte opposta della strada. Colà fummo tranquilli e fino alla mattina dopo nulla affatto venne a disturbarci. Sentivamo si passare sopra la nostra testa le granate austriache che andavano a scoppiare nella valle dove s’era noi prima, ma sentivamo anche le nostre che andavano dall’altra parte, e non erano certo carezza a quello che si capiva. Quella mattina lì ho bevuto due gavette piene (2 litri circa) di caffè fortissimo e pieno di grappa. Alle 1 circa dopo pranzo … non ti so dire che cosa sia successo…te lo scriverò un’altra volta…fatto è che dovemmo scappare in furia in furia e metterci al sicuro proprio in primissima linea.Prima di scappare il capitano mi chiamò per darmi un ordine.. proprio in quel momento una granata scoppiava davanti al posto dove ero io, ferendo il povero Appoggi (leggermente si spera) al braccio sinistro. Passammo la notte seguente in una trincea che pareva un fosso, però s’era discretamente al sicuro. Però nello scappare mi s’è slacciato il tascapane e siccome fioccavano granate santissime non m’ho sentito forza a fermarmi a prenderlo calcolando che la pelle costava molto di più. Avevo dentro due paia di calze delle mie più un paio regalate dalle donne svizzere a mezzo delle dame d’un circolo di Napoli, l’asciugamano portata da casa, una pure regalo (come le calze) e due del governo, 3 paia pezze da piedi nuovissime, 6 paia cravatte pulite, la mia penna con timbro e nome, due scatole di carne, galette, munizioni, 6 limoni,tazza di latta , gavetta, cucchiaio, due lapis, carta da lettere e cartoline,il mio notes ( sul quale notavo le spese e facevo già dal maggio il mio diario giornaliero).

Sicché al momento sono anche senza gavetta e per mangiare (finché non me ne daranno una) ho dovuto comperare una scodella. Dunque si stette in quel fosso trincea dalla sera del 16 fino alle due pomeridiane del 17. Alle due si ebbe l’ordine di cominciare l’avanzata, io ero l’ultimo di tutta la mia compagnia; viceversa prima di partire passa la voce Zimello ..presto che il capitano ti vuole. Prendo il fucile e con mantellina e telo da tenda a tracolla corro dal capitano. “Stai qui vicino a me mi dice e sta sempre attento a passare i miei ordini”. Così per una buona mezzora si procede lungo un camminamento all’orlo di un bosco mentre sopra la testa passavano granate e scoppiavano srapnels; finito il camminamento si entrò in una trincea austriaca presa il giorno prima dall’altra compagnia. D’un tratto la trincea termina.. il capitano salta.. salto anch’io e ci troviamo di fronte ad un reticolato alto quasi due metri. Fioccavano le pallottole dei fucili e delle mitragliatrici, e mi getto subito a terra dietro due sassi per ripararmi un po’ , tanto che uscissero tutti gli altri. Diffatti in tre minuti tutti furono fuori e presa d’infilata una rottura fatta attraverso al reticolato traversammo (sempre sotto le pallottole e puoi sempre immaginarti di corsa) un cento metri di spazio libero, quindi ci buttammo in una trincea dalla quale gli austriaci scappavano a rotta di collo per poi ritornare e darsi prigionieri. Se leggi i comunicati e le relazioni del BARZINI dal 16 al 20 vedrai un po’ che razza di lavoro c’è toccato fare e che razza di fatiche. In trincea poi trovammo di tutto : boracce con caffè marsala biscotti scatole di carne, armi tre mitragliatrici e… morti fatti a pezzi. Lasciamo la trincea e sempre di corsa dietro i tedeschi che scappavano di trincea ..ma siccome ormai era troppo oscuro, dovemmo fermarci e trincerarci. Rimanemmo colà fino al 20 vale a dire due giorni. Non ebbimo morti, ma in quei due giorni io non presi che gran caffè e limoni e basta… non potevo mangiare tanta era la puzza dei cadaveri austriaci squartati. S’era a circa 100 metri dai tedeschi, ma eravamo al sicuro ( relativamente, sempre s’intende) dal cannone e dai fucili ; al 21 mattina ebbimo il cambio dal reggimento di Oreste e venimmo giù. Ora aspettiamo il riposo. Le orazioni che ho fatto non ce lo puoi pensare.. Anzi ti prego di far dire una messa per mio conto ed io domani dopo scriverò di Scipione Con altra lettera continuerò la narrazione. Ora basta perché sono anche stanco. Sto benissimo e mi basta questo; mai niente, neanche il più piccolo capogiro e si che ne ho presa di acqua sulle spalle e senza cambiarmi. Salutami tanto le maestre. Baci ….
Ricevo lettera da Scipione nella quale si lagna di ricevere da te poca corrispondenza. Perché? Cosa pensi?

Monte Sabotino: fureria 10° compagnia

27 Settembre 1916, Ialmicco

Carissima mamma,

ho ricevuto ieri sera la lettera di Teresa in data 21 corrente nella quale mi diceva dei magri raccolti del nostro orto, della morte del parroco di Altavilla ecc. Mi rincresce tanto che le mie fatiche fatte nel piantare patate ecc.. siano andate a male, ad ogni modo quando c’è la salute!!… Della morte del parroco di Altavilla lo sapevo già da gran tempo tanto che nel giorno del funerale ho spedito un telegramma all’economo della parrocchia. Al presente (da due giorni ) mi trovo in Ialmicco piccolo paese di Palmanova verso Udine. Immaginatevi una stanza un po’ più piccola della nostra cucina divisa a metà con delle tele da tenda: una metà serve da ufficio della compagnia, l’altra metà da stanza da letto. Vi dormiamo in quattro: il furiere, io, un sottotenente ed il piantone: Abbiamo quasi 60 Kg. Di paglia e 4 coperte! .. se la dura così.. Però si crede che a giorni si farà fagotto ancora per venire un altro poco più in giù, verso Treviso. Avete visto nella cartolina ultima il numero delle nostre perdite in soli due giorni? Ora fino a che il Reggimento non sarà ancora ricompletato si spera di non tornare più al fronte. Per completarlo poi bisogna aspettare la classe del 1897.. sono ancora a casa in parte.. Sicché dunque speriamo che intanto la guerra abbia da finire e che quel poco di buon senso che forse potranno ancora avere i nostri governi venga messo fuori per avere la pace. Certo che se quelli che governano e che ordinano la guerra venissero ( o andassero ) un giorno solo a vederla (solamente) credo che cambierebbero idea. Ad ogni modo ora siamo in riposo e speriamo che sia un lungo riposo. Domenica scorsa ho fatto la S.Comunione e stamattina pure. Il paese qui è abitato solo che non ci sono uomini, solo donne e qualche vecchio e bambini. La casa dove io sto è abitata da una signora di qui e da due sue sorelle una sfuggita da Gorizia l’altra proveniente da Venezia dove ha la famiglia. I miei tre compagni ed io abbiamo fatto lega e si mangia con loro. Cioè noi portiamo il nostro rancio e lo si mangia a tavola sui piatti ( invece che nella gavetta, che io del resto ho perduta). Ieri sera per esempio abbiamo mangiato pastasciutta (fatta da noi) e poi uova al burro con polenta. Abbiamo speso 3.50 in quattro. Credo che a Vicenza non avrei speso meno. Nell’ultima lettera vi indicavo tutti gli oggetti perduti nel tascapane al fronte mi dimenticavo dirvi che fra le altre cose c’era anche quella maglietta di cotone leggera che compraste voi poco prima che io venissi via e tutti i miei fazzoletti da naso ora però sto rifacendomi di tutto. Invece in trincea tedesca ho trovato una buona coperta di lana che alla prima occasione manderò a casa così pure una palla di vetro verde che regalerò alla Gina . Ho poi una baionetta che ho levato ad un prigioniero e la boraccia. Appena posso farò un pacco postale o ferroviario come meglio potrò. Altra cosa quando appena arrivati si dovette partire per il fronte(un mese giusto oggi) si depositò in un paese nuovo occupato tutti gli zaini con dentro tutto quello che non occorreva io vi avevo lasciato una camicia e mutande (sporche) più due camicie e mutande nuove pulite del governo. Quattro o cinque cravatte e cinque pacchetti di sigarette. L’altro giorno ripreso lo zaino l’ho trovato con solo la mia camicia e mutande sporche il resto tutto portato via. Sicché ora pensate. La biancheria ( per modo di dire che ho addosso è un mese che la porto, ma un mese passato in mezzo al fango e alla terra.. ha il colore della cioccolata e l’odore… di quel che volete e fortunato me che finora non ho bestie. Ieri ho dato la mia roba ad una donna di qui perché me la lavi; cosi stasera vado a fare un bagno e poi mi cambierò la roba che ho addosso poi si abbrucia.

Avrei voluto raccontarvi altri particolari della settimana passata al fronte e nell’avanzata ma sarà meglio che mi riservi di raccontarlo a voce anche perché madama censura potrebbe tagliare via quelle verità che le danno ai nervi; perché troppo vere; accontentatevi dei comunicati ufficiali del 14/15/16/17/18/19 sul giornale di ieri l’altro ho visto che aeroplani tedeschi hanno gettato bombe a Montecchio. Hanno fatto danni? Dove sono cadute? Come vanno le cose in paese? Questo paese qui è illuminato dalla forza elettrica della società adriatica, la stessa che viene da noi; ora bisognerà che io faccia la conoscenza con questi incaricato e così cercare di vedere se si potesse avere speranza di un esonero. Vi mando con questa i comunicati trovati nell’operaio cattolico di domenica scorsa ; scrivete presto che anch’io farò altrettanto. Salute ottima e così spero anche voi .Saluti cordiali alla Lucia e all’Anita a Beltrame e Gaianigo, Doro Bella ecc.

1 Ottobre 1916, Ialmicco

Cara mamma,

oggi è la festa della Madonna del Rosario, credo. Stamattina sono stato alla Messa alle 5 avevo già fatto la Comunione; poi una abbondantissima scodella di caffè e latte con pane ( lire 0,39) ed ora sto benone. Ieri invece ho passato una giornata d’inferno, fosse causa il fresco preso, o che altro, non so, fatto sta che tutto il giorno ho avuto dei dolori di ventre terribili; m’ho fatto dare due volte il laudano , ma fu inutile. Ieri sera ho preso una buona dose di sale, sono andato a dormire presto, mi son coperto con ben 10 coperte, stanotte sudavo come una bestia, ma stamattina mi sento meglio; anche oggi otto ho fatto la comunione e così pure martedì scorso. Oggi poi c’è trattamento speciale: si festeggia il 20 settembre essendo che io quel giorno s’era in trincea. Ieri sera ho ricevuto la lettera di Teresa nella quale mi dice di aver ricevuto nello stesso giorno la mia cartolina del 19 e le altre? O poco o tanto dal 19 alla presente di oggi io ho scritto ogni giorno: di lettere credo che questa sia la terza, una al giorno; sicché prego Teresa a volermi indicare 1° quante lettere ha ricevuto fino alla presente 2° quante cartoline illustrate e quante in franchigia 3° se portarono cancellature della censura. Quando avrò ricevuto risposta a queste domande vi racconterò un po’ di giorni scorsi. Avevo poi pregato Teresa di mandarmi una cartolina da spedire alla Dal Molin, ma non ho visto niente (il solito). Ora può fare a meno perché qui c’è più del bisogno. Ho preparato un pacco da spedire a casa, appena mi sarà possibile lo farò; ho ricevuto i saluti di tutti ben volentieri: quando a giorni Teresa andrà a famiglie a riscuotere il saldo di settembre mi saluti tutti indistintamente, famiglia per famiglia meno però quella del Bragolo a meno che non vi sia il solo padrone di casa, il gazzettino della chiesa. Ho mandato una cartolina a Gigio Beltrame appena potrò gli scriverò più a lungo. Ora si sta qui in riposo, speriamo questo sia lungo il più possibile. E’ un paesetto piccolo con una bella chiesetta: oggi, credo, alle 4 ci deve essere la processione con l’immagine della Madonna: se sentiste che razza di coro fanno alla sera tutte queste furlane (uomini non c’è ne sono eccetto noi militari) quando cantano il rosario. Perché qui usano cantare non solo le litanie ma anche le Ave ed i Pater! Intanto in questa settimana me la sono cavata tanto con la polenta come con la pasta al sugo. Venerdi sera in 7 mangiammo 3 Kg di scievoli (pesce; uno a testa lire 1,80 tutto compreso anche il condimento per la polenta). Ora non mi resta che una buona mangiata di fagioli; qui è difficile trovarne, ad ogni modo non disperiamo. Ho ricevuto pure ieri lettera di Scipione, quattro righe scritte in furia mi dice di essere a S. Caterina (Schio) e di star benone! Beato lui che almeno è vicino a casa. Qui invece è un po’ troppo distante. Malgrado questo non passa giorno che non capiti qui o la moglie o la mamma di qualche militare. Chissà che la Madonna voglia riservare la pace nel suo mese!… qui se ne parla molto! Non c’è uno qui che gridi : W la Guerra! E basta andare non in prima linea ma solo solo in terza perché passi la volontà della guerra! Basta solo vedere una trincea dopo un assalto per imprecare alla guerra ed a chi l’ha voluta. Basterebbe anche non ci fosse la Censura perché la guerra cessasse. Solo che uno potesse fare pubbliche tutte le infamie, tutti gli orrori di ciò che chiamiamo guerra di redenzione per vedere che razza di redenzione! Se scampo venir a casa, sarò contento d’esserci stato non solo per non aver il titolo d’imboscato (titolo che del resto non mi farebbe né freddo né caldo) ma specialmente per avermi fatta una idea esatta di ciò ch’è guerra! Non c’è giornale che possa descrivere, non c’è individuo che possa raccontare ! bisogna vedere assolutamente vedere. Ora aspetto lettere da Teresa, poi scriverò però almeno una cartolina io la spedirò ogni giorno. Saluti cordiali alle maestre tutte. La Lisetta dov’è? Se mi date il suo indirizzo le manderò qualche cartolina. Salutami pure…

Cara Teresa

Fino a che mi ricordo ti pregherei di mandarmi di quei francobolli reclam da chiudere le lettere se non ne hai da ½ chiedi all’amica e alla Lucia che facciano il favore di comperarne un libretto (50 o 60 centesimi dalla cartolibraria). Il corriere vicentino non l’ho più ricevuto, ieri ho scritto alla direzione: tu hai mandato lire 1 per il mese di ottobre? Desidero saperlo. Così pure se vuoi e se puoi mandami 5 o 6 ( o più) francobolli da 20. In questo momento ricevo la tua del 27 ed una cartolina di Scipione dove dice di star benissimo. Ho sentito il trucco del contatore se fossi stato a casa io bisognava pagare 50 lire per cavarsela così imparerebbero a stare al mondo. Cartoline non ne ho viste finora : arriveranno. Mi dispiace di Bastian certo che quantunque l’abbiano fatto abile alle fatiche della guerra non vuol dire poi che ci possa resistere; ne hanno fatte tante a noi delle visite e quanti abili sono tornati inabili! Mi dispiace molto e poi molto per Gigio di Rocco. Mi dispiace assai perché vedo e so quali e quanti siano i modi per i quali succedono gli accidenti! Meno male che se è veramente morto così avranno messo il suo corpo in cassa e sepolto in qualche cimitero come fanno anche qui. Non succederà che il suo corpo marcisca al sole ed alla pioggia pasto delle bestie come tanti e tanti che ho visto con i miei occhi!. Da Appoggi ho ricevuto due cartoline nelle quali mi dice di stare meglio ma di aver paura di perdere l’articolazione del gomito al braccio sinistro. Meno male che per il suo servizio il braccio non gli reca nessun disturbo! L’altro amico il direttore del patronato di Lecco ( col quale come già dissi ho fatto amicizia strettissima per la nostra stessa maniera di pensare fin dal primo giorno che andai a Parma) è sanissimo ed è in fureria con me. Però lui ne ha passate tante come me, per non dire di più ! Certo ce ne fu per tutte e due e senza contrastarsi Mi ha fatto promettergli che se avremo la grazia di portar a casa le ossa devo andare 15 giorni a casa sua a Lecco. Ostrega se ci andrò. Però prima bisogna che torni a casa :questo si capisce! Il riposo che ora stiamo facendo si crede che non sia inferiore ai due mesi. Vediamo se sarà vero!. Ora al posto da noi lasciato c’è il reggimento di Oreste. Però pare che non si facciano tanto onore come il nostro reggimento perché dove c’è da avanzare tocca sempre a noi (sui monti gli alpini) la fanteria invece qualche volta…Di Alfredo non ne so più nulla, lui non m’ha più scritto ed io al mio notes ho perso l’indirizzo. Però non credo sia morto perché in artiglieria non è cosa facile lasciarci la pelle ben inteso dato il posto dove si trovava lui. Anche questa la vedremo. Ora tralascerò perché è qui il rancio. Pasta asciutta ed 1 etto di mortadella, meno male che qui un 15 o 16 galline che mi aiuteranno a mangiar la pasta.

7 Ottobre 1916, Ialmicco

Cara Teresa,

sono già tre giorni che non ricevo notizie da casa, sicché la presente non la imposterò fino a che non riceverò qualche cosa. La mia salute è buonissima e così spero della mamma e di te. Da Scipione ho avuto cartolina anche ieri e dice di star benone. La vita che ora conduco è buona, quasi anche troppo, per essere in guerra; Vuoi sapere come passo i giorni? Ecco dunque si dorme di notte. Alle quattro (ricordo che siamo solo in cinque che dormiamo in fureria) sveglia generale per andare al cesso poi si ridorme; alle sei e ½ sveglia il nostro piantone ci porta il caffè caldo ed abbondante ( una bella scodellina); ci si lava con comodo e poi io o Sacchi a turno ( un giorno per ciascuno) andiamo alla Messa. Dopo ci si rimette al tavolo e fra scrivere e ricordare qualche nuovo episodio dei giorni scorsi. Specialmente quando capita sottomano il nome di qualche morto o ferito, vengono le dieci , ora del rancio. Allora si mangia e poi si ritorna al tavolo fino alle 4 e ¾ ora del 2° rancio. Io poi ho l’incarico della distribuzione degli oggetti di corredo ed armamento a chi ne è sprovvisto. Ed ogni giorno ne giungono dai vari ospedali o dalle licenze di convalescenza. Dopo il rancio io vado pacifico pacifico all’ufficio postale militare a ricevere la posta della compagnia ed avutala ritorno in fureria e faccio il mio bravo spoglio i morti da una parte i feriti dall’altra ecc. e poi vado a dispensare quella dei presenti. Quello vedi è un teatro! Mi sentono a odore quando mi avvicino e subito mi si stringono così attorno che a stento si può camminare. Finita la distribuzione (sono già le 6 e ½) vado in Chiesa con Sacchi. Generalmente in chiesa cantano il Rosario ora però da due sere dietro domanda del cappellano del 3° Battaglione Granatieri danno la benedizione con il SS. Terminato lì ritorno in fureria dove prendo la posta in partenza e la porto in ufficio postale militare. Le mie però (quelle senza indicazioni militari e con bollo come la presente) le imposto alla buca del paese. Poi ritorno in ufficio , generalmente si mangia qualche cosa fra noi e fatta in casa dove siamo. Ieri sera per esempio abbiamo fatta la frittata con 12 uova e 2 Kg di polenta. L’altra sera gli gnocchi , la sera prima risotto ecc. Finito di mangiare verso le 9 non essendoci in paese né caffè né osterie aperte si va a dormire e così si continua. Vedi dunque che se così la durasse così fino alla pace, sarebbe una cuccagna continua ! speriamo. Col mio libro di memorie ho perduti vari indirizzi, fra gli altri quelli di Oreste e di Bastian e di Berto. Ti prego farmeli avere tutti tre alla prossima e se credi quello di don Girolamo. Non ho ricevuto nessun giornale dell’arciprete. Il corriere ora lo ricevo regolarmente sicché ringraziami tutti quelli che se ne interessano. Ti ringrazio anche delle aste della Gina e dei saluti della mamma che mi sanno graditissimi. Fra le cose che appena potrò ti manderò a casa troverai anche delle sigarette, è la mia parte avuta dalla compagnia, io non fumo però le serberò per ricordo; ricordati di metterle via e non darne a nessuno. Dimenticavo di dirti che qui ho anche un bel giardinetto però è molto scarso di fiori; non ci sono che poche daglie, degli autunnali e qualche altra piccola cosa. Però ogni due giorni sul tavolo dell’ufficio io procuro un bel vaso di fiori che almeno serva ad appagare la vista non potendo l’odorato. Intanto che arriva la posta di stasera ti racconterò un piccolo episodio del quale mi ero quasi dimenticato. E’ accaduto il 15 dello scorso mese. Erano circa le 4 del dopo pranzo ed il sole era un po’ coperto. Quatti quatti noi si stava in un trincerone sul Nad – Logene molto in vista del nemico e molto poco riparati dai suoi cannoni, però non tiravano. Non so il perché il capitano chiama il mio plotone e ci ordina di saltar fuori dalla trincea e di correre.. non seppe dirci dove.. Oltre la trincea c’era uno spazio come un bel campo , tutto scoperto ma con qualche sasso e qualche piccolo cespuglio di …(come si chiamano da noi) merda di gatto; oltre lo scoperto in sù davanti ed in giù, bosco di abeti. Alla nostra sinistra in basso il Colle di S Grado di Marno col castello ancora in mano agli austriaci. Sicché il sergente fa per saltar fuori, poi si volta e domanda : “Ma capitano, cosa dobbiamo fare, Saltar in quel bosco ed unirsi alla compagnia tale e tale che danno l’assalto al castello”. Il sergente fuori dietro a lui il caporal maggiore, io terzo poi tutto il plotone. Però prima che tutto il plotone fosse fuori gli austriaci che si erano accorti cominciarono a far fuoco coi fucili e con mitragliatrici, sicché circa metà plotone non uscì. Così esposti al fuoco curvi curvi si percorse circa 10 metri di corsa quando sentimmo avvicinarsi una granata. Manco a dirlo tutti giù a terra. Dietro alla prima altre.. Quante? Chi lo sa? Certo non meno di una cinquantina si abbatterono fischiando, urlando sui pochi metri di terreno dove noi stavamo a terra. Il sergente si prese una piccola scheggia in un labbro e corse via, fuggendo se ne prese una seconda in una gamba. (Ora però è guarito ed è qui presente che ride). Il caporalmaggiore fu ferito pure e un po’ alla volta piano piano se la smocò ( però è ancora all’ospedale). D’un tratto cessato un po’ il fuoco io mi alzai di scatto e gridai: “ Tosi fermi e fè quello che fazzo mi”. Pronti, risposero! “attenti dissi cominciando dal primo in fondo man man che chiamo via di corsa in trincea. Diffatti via il primo, poi sosta perché ricominciò la tempesta di granate: ma tra un colpo e l’altro un uomo scappava via finché io ultimo me la mocai. Giunti in trincea trovammo nessuno…Il capitano con il resto della compagnia era andato via. Allora ci riposammo un po’: poi piano piano camminando gatto gnao percorremmo tutta la trincea fino alla base del monte verso il castello. D’improvviso sentimmo un urlo immenso: “ Savoia!…Erano le due compagnie di bersaglieri che davano l’assalto alla baionetta al castello. Gli austriaci cominciarono a sparare però fuggivano. Noi altri (eravamo in 22) piano piano leva la baionetta e mettila sul fucile, poi con tutta cautela, essendo giunti alla fine della trincea nostra sul punto dove questa si univa a quella dei bersaglieri, fuori e salta nel bosco e su verso il castello attraverso il bosco. Per niente non mi son sempre piaciuti i boschi!

A passo svelto mi portai ( e tutti con me) all’altezza dei bersaglieri e avanti zitti. In due minuti ci trovammo sulla fine del boschetto verso il castello. Vedevamo gli austriaci che andavano in su sparando ed i bersaglieri dietro urlando e ridendo come matti. I cannoni non sparavano più. Improvvisamente alla nostra destra sbucano dal bosco due compagnie di granatieri ( quelle che noi si doveva raggiungere) che cominciano ad urlare “ Savoia”.
Allora fuori anche noi e là prendemmo il castello, 800 austriaci e 5 cannoni, proprio quei che un’ora prima a momenti mi facevano riempire i calzoni dalla paura.
Poi tutti noi 22 gloriosi e trionfanti tornammo ben sicuri per la stessa strada al posto dal quale eravamo partiti e dove ritrovammo la compagnia.
In 22 eravamo partiti e in 20 che ritornavano.
Però quando si saltò fuori dal bosco invece di gridare “ Savoia” noi si gridò (ben inteso d’accordo) Auxilium Cristianorum ora pro nobis!
ALTRO CHE RIFORMATO!
Ed ora aspetto la posta. Ore 19 stasera ho ricevuto la tua cartolina del 3, il giornale dell’arciprete ( tutto schiacciato, ma già tanto non m’importa!), ed una lettera della zia Anna.
Ora attendo la lettera che tu dici scriverò domani: Io avrei ancora tante cose da aggiungere da riempire altrettanta carta, ma è troppo tardi ; lo farò lunedì così ti darò relazione della cerimonia che si svolgerà qui domani coll’intervento pare del Re. Sono otto giorni che si sta preparandola.
Ora saluta tutti di casa. Ieri tanto per variare e non scrivere sempre a te, ho indirizzato la solita cartolina all’Anita.
Mandami francobolli da dieci o 20 e salutami tutti.

Ottobre 1916, Ialmicco

Una Gavetta di un brodo color acqua e un grosso pezzo di carne. Abbiamo comperato un fiasco di vino (a litri non ne vendono) lire 3.20 ed abbiamo (io ed Appoggi) mangiato da principi : Ora reciteremo il rosario , la preghiera alla Croce (quella che m’hai scritta tu) e poi a letto su un fascinaro, stasera. A proposito io ho qui le calze che hanno tutte le scarpette rotte: qui non ce nessuno che me le governi cosa ne faccio Baci. La preghiera.

27 Ottobre 1916, Ialmicco

Cara Teresa,

sono appena usciti or ora gli ufficiali dalla fureria e così chissà che possa avere tempo per scriverti due parole. In questi giorni non l’ho potuto fare perché essendo arrivati molti complementi in compagnia ho avuto molto da lavorare e non poi ancora finito. Oh! Se avessi da vedere che gente ci hanno mandato! TUTTI POVERI RIFORMATI DELL’80 – 85, già appartenenti alla fanteria. Ve ne sono di tutti i reggimenti; naturalmente sono appena 2 mesi e mezzo che sono sotto alle armi; molti non hanno mai sparato il fucile. Che cosa pretendono di fare con questi poveracci! Senza istruzione e senza forza, tutti ammogliati e con ben altri pensieri per la testa! Speriamo che il generale lo capisca e ci lasci in riposo almeno tanto tempo che facciano istruzione. Perché se vanno in trincea così .. povera Italia. Ed anzi pare, si dice, che a giorni partiremo da qui per venire più in giù verso il Veneto. Questo sarebbe un buon segno , credo però che prima di un bel mese ancora non si ritornerà in linea. Intanto apriranno anche le licenze invernali: anzi è arrivata la circolare che indica quando e come e con che turni, a che ora ciascun individuo può andare in licenza. A me ad esempio toccherebbe verso il 15 gennaio; però essendo in fureria mi toccherà venire quando il turno e le possibilità lo permetteranno. Forse al 1917 e forse anche in novembre. Io deciderei però potermi combinare con Scipione per trovarsi a casa insieme.. Gli ho già scritto, ma non m’ha risposto ancora. Quello che è certo si è che arriverò a casa di notte. Il treno sarà a Vicenza alle 1 e ¼, cosicché quando sarà ora porterete la bicicletta a Vicenza; ad ogni buon conto su questo ci ritorneremo su. Lunedì sera ho ricevuto due lettere tue: una del 18 ed una del 20. Si capisce che la posta è e sarà sempre posta: cartoline non ne ho mai ricevute nessuna: a qualcuno saranno occorse! Il pacco biancheria poi non l’ho ancora ricevuto. Appena l’avrò ti scriverò subito. E tu sta attenta che ti deve arrivare un pacco. E scrivimi poi subito e dimmi anche se tempo fa hai ricevuto una baionetta , un paio d’occhiali, una boraccia e che altro. Ho scritto a Bastian e mi ha risposto anzi mi ha pregato di salutarvi tutti (lettera 22 ottobre) e Doro a nome del fante di spade. Ho pure scritto a Berto e a tutti gli altri: tanto niente spendo e cartoline ne ho a pacchi. Però credo che la direzione di don Girolamo non sia giusta perché mi avrebbe risposto. Ho pure finalmente ricevuto lettera dall’Appoggi, sto fiol d’un cane- sai dov’è? Nel seminario di Vicenza, sua moglie lo va a trovare ogni giorno. Però dovrà restare con il braccio sinistro un po’ offeso:ma il suo servizio lo potrà fare egualmente! Fortunato Lui!. Alla Dal Molin non ho ancora potuto rispondere, proprio per mancanza di tempo. Vedi la presente? L’ho cominciata ieri sera alle 8, ora sono le 7 del mattino: la imposterò e partirà stasera alle 8 circa. Oggi poi devo andare in ospedale a farmi cavare un dente: ho deciso! Sono quindici giorni che vedo le stelle anche di giorno e tu lo sai che io soffro assai di denti! Questo sarà il terzo! Intanto ti procura di ungere bene la bicicletta perché sarà necessaria.

28 Ottobre 1916

credevo impostar la presente stamattina ma ieri causa un forte dolore di denti non ho potuto terminarla, così lo faccio ora. Ieri sera ho ricevuto la tua cartolina illustrata del 23 e la lettera del 25. Ti prego non mandarmi cartoline illustrate perché son tutti danari buttati. Oggi scriverò alla zia Anna Stamattina mi faccio levare il dente; ieri non ho potuto farlo perché .. ti dirò in altra occasione. Ti do anche una notizia che, se sarà vera, per me è buona. Pare sia giunto l’ordine che (quando il reggimento tornerà in linea per ora però non c’è neanche l’idea) i furieri e gli aiutanti restano in terza linea. Come ti dico se sarà vero , è un gran bella cosa. Almeno non si fanno schioppettate! Non mi dilungo di più perché altrimenti questa lettera non parte più…..

1 Novembre 1916, Ialmicco

Cara Teresa,

oggi 1 novembre giorno dei santi. Non mi ricordo d’aver mai veduto un giorno dei Santi più bello del giorno d’oggi. Una giornata splendida: un sole magnifico e caldo come in maggio! Vedremo domani..
Stamattina sono stato alla Messa cantata: tre soldati preti celebravano, molti altri in organo cantavano. C’è fra gli altri un frate tenente che è uno dei famosi soprani della Capella Sistina del Vaticano, e che furono mandati via dal papa Pio X. Canta come una donna, anche a me quando lo sento mi pare di sentire una donna da teatro. Ha una voce acutissima e splendida da far invidia a qualche prima donna! La chiesa è sempre piena di gente per sentir… l’uomo-donna!.. Per oggi.. pare impossibile!.. non passa anno che non mi tocchi lavorare per i morti! Lo credi? Oggi alle 11 fui chiamato dal maggiore che mi dice: So che lei sa fare di queste cose: mi fa un favore di prepararmi per le due di oggi questa iscrizione su un bel foglio di carta grande da portare in cimitero; alle 1 era pronto ed andava a pennello! Così anche quest’anno ho lavorato per i morti. Dunque ti dirò che lunedì scorso mi son fatto levare un dente: uno intanto! Non ho offerto nulla per l’operazione, mentre prima non ne potevo più; cos’ mi vedo molto contento. Stamattina hanno cominciato ad andare a casa in licenza, chissà che fra non molto tempo possa venire a casa anch’io! E si spera anche di non ritornare al fronte nel frattempo, perché altrimenti la sarebbe più lunga. Vediamo quanto durerà ancora questo riposo; si parla di venire ancora più giù ma non è cosa certa. Cos’ pure giorni fa pareva si dovesse andare al fronte, ma.. non era vero. Certo fino a che ci lasciano qui quasi quasi sto bene..quanto a casa…salvo la libertà!

Ho ricevuto il pacchetto delle maglie. Però potevate fare ameno di comperare quella maglia pesante. Danari buttati. Intanto sai che io non soffro tanto il freddo e poi qui non è freddo; forse meno che a Brendola; e poi c’è pericolo che vada perduta. Vorrà dire che verrò a casa la porterò.

Quello che mi fa caro sono le calze. Hai ricevuto l’ultimo pacco che ti ho spedito? Nelle tue lettere non ne fai parola e a me preme saperlo, come pure mi preme che tu risponda alle domande che t’ho fatto nell’ultima lettera. A dir la verità non avrei altro da dirti. Aggiungerò che oggi sono stato alla funzione funebre e che più tardi forse andrò un po’ in cimitero.Oggi ho ricevuto cartolina da Scipione che si lagna perché gli è andato male un affare! Cosa sarà? Poi da don Girolamo l’ho detto io ch’è a Galliera e non galeria come avevi scritto tu? Poi da Bepi Chiarello e da Alfredo Bartolomei e da Bastian (il fante di spade). Se tu vorrai prepararmi un passamontagna fallo pure, ma con comodo e non spedirlo senza mio permesso. Il ritratto te lo spedirò appena mi sarà consegnata una copia perché non le ho ancora viste! Come sta la mamma? Spero che si rimetterà. Dite di non aver pensieri per me ora. Quando avrò bisogno di orazioni lo dirò. Bisogno veramente se ne avrebbe sempre ma quando s’è in trincea molto di più. Almeno che ora non preghi perché non ci si debba tornare! Allora si! E procuri di tenersi un po’ su anche col cibo che sarà tanto di guadagnato. E tu procura di tenerla su e di farla star allegra e che mangi. Quando sarò in periodo sta certa che l’avverto. E le maestre stanno bene? Salutale tutte e ricorda loro di star allegre e di tener su la mamma: sarà il più grande favore che mi potranno fare..Bacio tanto la mamma e la Gina.

24 Novembre 1916, zona di guerra

Cara Teresa,

son tanti giorni che volevo scriverti ma ora per mancanza di tempo ora di buona volontà non l’ho mai fatto. Ieri l’altro m’ero messo per scriverti, avevo fatto l’indirizzo sulla busta e stavo preparando la carta quando un sibilo infernale ed una detonazione enorme mi fecero saltar fuori dalla tenda,. Un enorme 305 austriaco era caduto a 300 metri da noi subito seguito da un secondo caduto 50 metri più in là. E’ uno spettacolo ordinario ormai solo che disgraziatamente il primo cadde fra due tende sotto le quali dormivano otto soldati del genio; ti puoi figurare che dal sonno passarono al mondo di là senza accorgersi; tutti scappavano come matti venendo su per il monte dove stiamo accampati noi, sicché il secondo colpo non colpì nessuno, neppure due poveri asinelli che stavano legati ad una pianta lontana circa tre metri. Sicché non ebbi più volontà di scrivere. Ieri poi non ho avuto tempo oggi comincio ma certo la finirò domani.

25 Novembre 1916

Cara Teresa,

dunque come ti dicevo sono stato tutta la scorsa settimana in prima linea: da domenica in qua siamo passati in terza. Domani sera (domenica ) ritorneremo in prima per poi andare ( si crede) nuovamente a riposo in Italia. Del resto fu una settimana buonissima: di giorno tutta una cannonata , di notte il silenzio più profondo. In una di quelle notti sono andato da solo proprio fin sotto la trincea austriaca ed ho raccolto una splendida pompa a mano tutta in ottone; sono le pompe che adoperano gli austriaci per travasare i liquidi (vino, marsala ecc) Quando verrò a casa la porterò. D’altra parte non so capire una cosa: tutti si lagnano del freddo al contrario io ho quasi sempre caldo. Ogni giorno ne vanno all’ospedale con i piedi congelati io invece non posso dormire con due coperte. Sicché la va bene per il mio tenente (col quale dormo). Lui ha sempre freddo ed io gli do la mia coperta. Al contrario quasi sempre io mangio il suo pranzo e la sua cena, che come puoi credere sono molto molto migliori del rancio dei soldati. Ed anche per il mangiare poi avrei torto di lagnarmi. Pensa : alla mattina una gavetta rasa di caffè ( e tiene un litro giusto) più mi riempio la boraccia (altro litro) che mi serve durante il giorno in luogo dell’acqua. Poi formaggio a quantità enorme; figurati che nel tascapane ne avrò due Kg di scorta. Poi il rancio senza contare quello del tenente. Poi il lavoro..vorrei averne sempre tanto così! Solo la salute è sempre troppo buona! Io speravo in qualche malattia per andare un bel mesetto in qualche ospedale ed invece…niente!Ieri sera ho ricevuto una visita inaspettata, prova a dire! Bepi Chiarello è poco distante con le sue battute da 280. Oggi dopo mezzodì vado io da lui; sono circa 20 minuti di strada: E’ arrivato da casa due giorni fa ed avendo visti dei granatieri ed ha domandato di me. ( mentre ti scrivo ho sopra la testa due aeroplani tedeschi contro i quali almeno 20 cannoni sparano come matti, e due nostri scappano a rotta di…ali). Dunque dicevo è appena tornato da casa, siamo restati insieme poco perché era tardi e così non abbiamo chiacchierato tanto. Mi disse ch’è quando a casa circa due ore prima che nostra zia morisse lo ha conosciuto ed anzi dava fretta alle donne di casa perché gli facessero da mangiare. Poi dopo circa due ore è morta senza nessun sforzo. Per gli affari di casa diceva che mene avrebbe parlato oggi. Mi disse di salutarvi tanto e tanto. L’altra sera ho ricevuto una cartolina illustrata della Lucia in data del 2 corrente: la colpa del ritardo è anche un po’ sua perché ha scritto 12 compagnia invece che decima. Le risponderò. Così pure ho avuta una lettera da Scipione per la prima volta mi raccontava del suo affare andato a vuoto. Cero che l’affare era buono e molto ma.. bisogna provvedesse in altro modo. Diceva pure che stava in traccia di qualche altro traffico per far soldi. Si lagnava poi di te perché gli scrivi molto poco e molto duramente. E’ Vero? Mi diceva che forse verrà in licenza tardi sicché vedrò anch’io di mettermi d’accordo con lui per venire insieme. Quel mio collega di Sarego t’ha consegnato una busta gialla con dentro lettere ed una carta geografica grande, sappimi dire.

28 Novembre 1916, dolina asietta

Cara Teresa,

ti scrivo da… sottoterra! Siamo in seconda linea, sai i nostri monti comunali, con tutte quelle piccole vallette ( qui le chiamano dolline) siamo in una di quella specie; abbiamo dei rifugi pari a buchi di talpa e si sta qui ad aspettare di andare a fare mezza settimana in prima linea:poi domenica si tornerà ancora in terza linea. Il male è che piove spesso e qui c’è un terreno che non si asciuga mai né col sole , né col vento; o meglio ci mette tanto tempo che intanto piove ancora e così via. Però si mangia bene e così non c’è gran male. Freddo non ne fa proprio tanto , ma non è più agosto, questo si sa. Certo che a str fermi giornate intere a far ..niente! ci si annoia e si sente più freddo di quello che c’è realmente. E ho detto nella mia ultima che era stato a trovarmi il cugino Bepi: Domenica dopo pranzo dovevo andare io a trovare lui; ma sai che certa gente si perde in un bicchiere d’acqua. Invece di insegnarmi il posto esatto dove si trovava confondendosi mi ha fatto andare dalla parte opposta. Ho camminato fino a quasi a Monfalcone sempre domandando della sua batteria, ma nessuno lo conosceva. Sfido era dall’altra parte.

Però cercando lui sai chi ho trovato? Nientemeno che Bastian! Avevo notato strada facendo dei soldati del 7° Fanteria e sapendo che Bastian si trova nel 118 ho domandato se per caso si trovasse qui questo reggimento: diffatti c’era. Dopo molte domande m’è riuscito di sapere dove in quel momento si trovava “il fante di spade”. Mi arrampico su per un monte passo vicino ad un canone e dietro vedo la seduto il mio uomo! Dapprima non vi avevo fatto caso quando lui mi riconosce e mi corre dietro chiamando: Gino, Gino!Ti ricordi la scena del “ciò che più vale” quando Lorenzo abbraccia Massimo? Identica! Però siccome avevo fretta (perché per cercare Bepi avevo perduto quasi due ore) stemmo insieme appena dieci minuti, gli promisi di tornare la mattina dopo. Siffatti domenica mattina tornai da lui insieme con Bepi ch’era venuto da me. Mi incaricò tanto di salutarvi; anche Bepi che mi ha raccontate mille cose di lui e di casa sua. Siccome poi domenica notte io dovessi con la mia compagnia venire in queste deliziose fangaie, ho promesso a tutti e due di ritrovarci nella ventura settimana, quando tornerò in giù. Domenica sera poi ho avuto anche un dispiacere. Un amico mio di Ponte di Brenta (a mezzo del cui papà ho spedito un pacco a casa) mentre stava prendendo il rancio venne colpito da paralisi cardiaca e restò morto sul colpo. Era chierico e con lui si recitava sempre il nostro rosario; fu sepolto nel cimitero con l’intervento di un prete e della nostra compagnia. L’altro giorno ho ricevuto la tua cartolina del 21 e stamattina la lettera del 23 insieme ad una lettera di Scipione. Sapeva già della novità di Cecco Beppe, ma per noi non fa nulla, disgraziatamente! Sono gli altri che hanno voluta e che fanno la guerra, altro che quel povero vecchio imbeccale! Ad ogni modo speriamo bene. Da quello che ho capito nei pacchi arrivati a te c’era tutto; solo mi resta a sapere se hai ricevuto da quello di Sarego una busta gialla con entro delle carte e lettere mie. Scipione mi scrive che forse verrà a casa ai primi del venturo mese.Mi dispiace, ma io non posso muovermi prima di gennaio perché prima di me ce ne sono tanti venuti qui prima! Sicchè ci vedremo a guerra finita. Dice pure che sta cercando mezzi per far soldi: beato lui che lo può fare. Dove mi trovo io non ci sarebbe da vendere altro che fango…e granate austriache. Due cose che nessuno vorrebbe, credo! Ora gli rispondo anche a lui. Per il passamontagna non mi servirebbe ora, prima perché non è tanto freddo, poi perché non mi posso sentire addosso roba di lana, tanto meno sulla testa; tanto vero che me ne avevano dato uno (di quelli che fanno le fannullone dei comitati) e l’ho regalato a Bepi. Piuttosto mi servirebbe un paio di calze da portare sopra a quelle di cotone e lunghe fino al ginocchio (come quelle di Scipione presso a poco, ma col piede completo) così pure un paio di guanti con 5 dita; perché qui me ne hanno dato un paio (fatti si sa dalle solite signore) con due dita; e le altre tre dove le metto? Però fa quello che credi: vorrà dire che ti scriverò ancora. Se mi fai i guanti in breve, prima di spedirmeli avvertimi che ti darò degli altri ordini( di comprarmi e spedirmi qualche altra cosuccia). Del resto la salute va ancora bene, però spero ammalarmi cosi andrei qualche tempo in ospedale e poi a casa: così passerei l’inverno. Da Venezia ricevo spesso notizie. Anzi nell’ultima lettera Bepi mi scriveva che il bambino di Memi (il secondo sarà Gino) non stava tanto bene. Gli ho domandato se è Gino e cosa ha sentiamo. Per ora ti saluto perché sono stanco di star rannicchiato per scrivere. Saluta e bacia tanto la mamma, saluta pure le maestre, la Gina i Gaianigo e di a Bepi che non abbia paura che quassù non ci verrà certo….

3 Dicembre 1916, ore 13 avamposti

Cara Teresa,

oggi sono stato a pranzo con voi, in spirito però! Ho voluto mangiare alle 11 ½ per uniformarmi all’ora vostra; ed ho mangiato da signore oggi perché è domenica. Una scatola di carne, una scatoletta di sardine e.. la pagnotta.. e acqua. A dire il vero ho anche una bottiglia piena di caffè , ma non la bevo perché mi sono accorto che dato il quantitativo enorme che da qualche tempo ne bevo, non mi fa bene. Oggi poi è una giornata da paradiso: peccato essere in questi luoghi di rovina e di morte.Io scrivo sotto un bombardamento enorme che prepara la strada ad una avanzata generale che avrà luogo o domani o dopo: leggerai i comunicati. Così pure mezz’ora fa è passata una squadriglia di nostri grandi aeroplani ( 15 o 16) che non curandosi dei cannoni austriaci è scomparsa verso l’interno dell’Austria. Dove andrà? Lo si saprà dai comunicati! Da otto giorni mi trovo ancora in prima linea; stasera si dovrebbe tornare in seconda, ma..chissà? Sono tanto matti qui!Io ho un piccolo ricovero.. vero buco da talpa. Fa conto da un lato il monte, dai due fianchi tanti sacchi pieni di terra che fanno come due mura alte 1 metro circa e che sostengono il tetto fatto con tavole, scudi di ferro e poi sacchi di terra, il tutto coperto con teli da tenda per riparare dalla piova; sul davanti gran portone d’entrata con tenda: Sotto la schiena tavole e alcune coperte. Sorci che battono la manfrina a tutte le ore e fango a sazietà. Ti confesso che sono in paradiso al confronto degli altri che non hanno niente… ma sono tanto stanco..tanto stanco..Bisogna che ringrazi Dio solo per la forza d’animo che mi dà, per tenermi su e.. per tener su gli altri!Pensare alla famiglia e ritrovarsi qui.. sempre in mezzo al pericolo e alle sofferenze! Prego sempre per rimanere incolume, ma anche perché Dio mi mandi qualche malattia da far un mese d’ospedale; almeno poi avrei un po’ di licenza e poi tornerei a Parma. Speriamo che la venga! Se stasera si andrà in seconda linea certo tornerò a ritrovare Bepi e Bastian: così passeremo qualche ora in compagnia. Che Dio non faccia finire questo flagello? Venerdi se potrò farò la comunione e Voi? Ieri sera mi scrisse Scipione: dice di star sempre bene ma che non potrà venir in licenza per ora;meglio chissà che ci possiamo trovare insieme: Come ti ho detto se mi puoi fare un paio di guanti te ne sarò grato. E un paio di calzoni lo puoi? Calze intendo non braghe. Come va la luce elettrica? Oggi ho scritto una ventina di cartoline agli amici: serve di passatempo e di sollievo. Ti ho già chiesto più volte se Polidoro di Sarego t’ha consegnata una busta gialla contenente carte e lettere; quando me lo saprai dire? Stasera aspetto posta da voi perché sono tre giorni che non vedo nulla. Qui il tempo si mantiene buono e per niente freddo; vedi che non ho ancora mai messo il paltò. Solo di notte col dover star fermi in mezzo al fango si sente un po’ di freddo ai piedi; per le mani, vedi, quando le ho fredde sai come faccio? Due fucilate in aria ed il fucile scotta cos’ ci si scalda le mani. Per stavolta termino così perché non ho più volontà di scrivere né avrei novità alcuna da raccontarti Bacia tanto la mamma e dille di tenersi su, di mangiare e star allegra. Saluta le maestre.

10 Dicembre 1916 Fogliano (Sagrado)

Cara Teresa,

da due giorni siamo qui in questo paesetto lungo le rive dell’Isonzo a riposo. Forse sarà un riposo molto breve, ma intanto per ora siamo qui. Andammo in trincea verso il 12 novembre, mi pare, e tornammo giù il 5 corrente. Avemmo il cambio sotto una pioggia torrenziale . Descriverti poi la strada che abbiamo fatto nel venir via dalla trincea per iscritto m’è impossibile. Figurati che percorremmo quasi due Km in un camminamento o meglio un fosso largo dai 60 centimetri al metro e profondo 1 metro e ½ nel quale l’acqua era alta dai 20 ai 40 centimetri; siamo arrivati al posto dove ci si doveva attendare alle 4 del mattino tutti fradici di acqua, pieni di fame e tremanti dal freddo. Il giorno dopo un buon numero venne ricoverato all’ospedale. Credi mi sia preso un raffreddore? Ma neppure per scherzo! Niente di niente! Ci attendammo poi in un posto dove eravamo stati altre volte e sempre tranquilli; stavolta invece fu un vero castigo di Dio. Come gli austriaci siano venuti a sapere che in quel posto c’erano dei soldati non ti saprei dire: fato si è che dopo poche ore che noi eravamo là cominciò una tempesta di granate e di srapnels, da non dirsi. Ci bombardarono per due buone ore; poi smisero per ricominciare alcune ore dopo; così pure durante la notte e tutto il giorno 7 ad intervalli venivano giù granate a centinaia. La mia compagnia, grazie a Dio, fu l’unica fortunata, perché non ebbimo che due soli feriti leggieri! Ma altre compagnie furono quasi dimezzate! Sicchè visto il cattivo tempo il comandante del reggimento ci fece retrocedere fino a qui in riva all’Isonzo, dove l’artiglieria nemica non può arrivare. E’ un paesetto bello, una specie di Lonigo ma senza borghesi: tutti soldati. Stamattina il nostro cappellano ha celebrato la messa nella nostra camerata; il giorno dell’Immacolata invece…niente Messa e niente tempo da divertirsi affatto. Mi domandi nella tua lettera spiegazioni di ciò che ti scrissi riguardo alla mia salute.

Per me, e per tutti qui, l’essere sani è un male gravissimo. Coloro che con qualche malanno riescono ad andare in ospedale sono da noi invidiati come fortunatissimi. E ne abbiamo bene ragione. Guarda il mio amico Sacchi con un po’ di febbre gastrica è stato 28 giorni all’ospedale; ora si trova in licenza di convalescenza per 30 giorni e poi andrà a Parma e prima che ritorni qui ci vorrà del tempo. Del resto sarà quello che Dio vorrà! Mi rincresce non poter essere a casa per Natale; neanche a pensarci prima della seconda metà di gennaio! Niente. Non ho più potuto veder Bastian perché lui è allo stesso posto mentre io sono molto più indietro,ora. Così pure non ho più potuto vedere Bepi: però questo mi è vicino e forse ci potremo rivedere. Dico forse perché a quanto pare, cambieremo fronte. Finora qui freddo niente. Però aspetto i guanti e le calze. Ti prego di cercare la mia penna stilografica e di spedirmela coi guanti. Così pure ( se puoi) un po’ di torrone poco poco, mi basta di assaggiarlo perché qui non se ne trova. Per stavolta ti saluto perché devo andare via in furia e in fratta. Quando mi scrivi ti prego di adoperare sempre buste della società. Così pure non star a ascrivere caporale ma Granatiere, così pure ti prego di scrivere più spesso. Bacia la mamma e ricevi mille saluti e baci Che novità ci sono in paese? Morti? Feriti? Ad altra che ti scriverò spero, con molto più comodo ti racconterò qualche cosa

18 Dicembre 1916 Villesse (Romans)

Cara Teresa,

ti scrivo la presente dal paese dove finalmente siamo a riposo. Sono otto giorni che siamo giù dalla prima linea, ma fino a stamattina s’era ancora incerti se ci mandavano a riposo o di nuovo al fronte. Però hanno avuto compassione di noi per forza e ci hanno mandato qui. Certo se ne aveva estremo bisogno perché quantunque si abbia fatto meno tempo dello scorso settembre in linea e senza avanzate ( in grande si capisce) abbiamo sofferto molto e molto più dell’altra volta a causa del tempo sempre piovoso. Dopo quindici di avamposti non ci si conosceva quasi più nemmeno tra noi. Però quello che ha dato il colpo di grazia a mandarci a riposo è stato il fatto che il nostro generale fu promosso in comando, e così volle mostrarsi generoso ( almeno una volta) e pare anche che abbia espresso desiderio di volerci con lui nel Cadore. Dovendo a riposo finito tornare in linea sarebbe il nostro desiderio il paese dove ora ci troviamo mi sembra buono: dico sembra perché non l’ho ancora visto bene. Solo credo che la chiesa non uffici: così mi pare di aver sentito dire. Di salute io sto sempre benone solo i pidocchi mi seccano un po’ e pensare che li ho presi dal tenente comandante la compagnia; perché prima di dormire con lui non li avevo. E’ vero che mangio con lui anche alla sua mensa ma mi ha conciato bene però. Al presente comincio a stare un po’ meglio perché mi sono lavato bene e cambiato dalla testa ai piedi. Appena avrai terminato i guanti spediscimeli pure; le calze no per ora, altro non mi occorre eccetto se puoi mandarmi qualche soldo; perché vorrei, ora, mangiare qualche boccone alla meno peggio. Però sempre se puoi perché so come vanno le cose. Vorrà dire che a guerra finita lavorerò al doppio. E qui ne approfittano indecentemente. Certo che Scipione avesse potuto prelevare una cantina.. sarebbero danaroni e senza fatica. Il cantiniere del nostro reggimento quando fa poco guadagna ( guadagno netto s’intende) 500 lire al giorno. Me la detto lui stesso avendogli io chiesto alcuni chiarimenti. Sicché se lui la prelevata ha fatto benone sempre che non cambi posto; di questo sappimi dire qualcosa; Bepi e Bastian non li ho più veduti però sono poco lontani e mi scrivono di star bene. La presente la faccio impostare da un mio carissimo amico e compagno di Caldogno. Stasera lui va a casa in licenza e così mi fa il piacere, anzi darò a lui un pacchetto di cartoline e lettere, che se può verrà a portarti a casa. Così a voce ti racconterà la nostra vita. Stasera ho avute due lettere di Scipione, una di Angelina Girardi una tua nella quale mi dici dei guanti già spediti e ti ringrazio in quanto alla penna stilografica deve essere appunto nella cassetta chiusa a lucchetto automatico la cui parola per aprire è “ NEAPEL”. Se la trovi consegnala, se viene, all’amico Trevisan. Per ora ti saluto affettuosamente. Bacia tanto la mamma. A proposito: verrò in licenza (forse) verso il 10 gennaio. Lo scriverò anche a Scipione per trovarsi insieme.

26 Dicembre 1916, zona di guerra

Cara Teresa,

anche la guerra ha le sue stranezze, chi si andrebbe ad immaginare che sotto al tiro dei cannoni austriaci ogni sera la fanfara d’un reggimento di fanteria dia concerto in pubblica piazza? Ammetto che gli austriaci non possano sentire, ma in tempo di guerra la cosa è divertentissima. Avevo volontà di scriverti ancora domenica scorsa,ma ho avuto molto da lavorare. A far che cosa? Ti dirò: Ci troviamo dunque a riposo in un paesetto né brutto né bello, un fac simile di Altavilla, con la sua luce elettrica( sempre accesa la notte) con i suoi bar – caffè e col suo immancabile fango sulle strade. Ti manderò una cartolina, e siccome non ci sta su il nome la riconoscerai da una croce che farò sui versi in stampa. C’è però anche una bella Chiesetta con campanile al fianco, le cui campane non suonano dal principio della guerra. Siccome poi il paese è pieno di soldati e per la nostra compagnia non fu possibile trovare posto da dormire, ci alloggiarono nella Chiesa nella quale dal principio della guerra non si celebrava più. Noi abbiamo pensato: ma il giorno di Natale lo si deve passare senza ascoltar la Messa? Detto fatto io mi metto in cerca di un prete e ne trovo uno in un ospedaletto da campo, parlo con lui e gli espongo la mia idea. Ci lasciamo con l’intesa che mi avrebbe saputo dire qualche cosa. Diffatti domenica mattina entrò in Chiesa il suddetto prete con insieme altri preti ed alcuni ufficiali. Ci guardano.. parlano e poi via. Più tardi mi arriva l’ordine di far portar fuori gli uomini ed alloggiarli in case dove s’era trovato posto. Io mi incaricai della pulizia e dell’addobbo della chiesa. Ho fatto così il sacrista aiutato da altri due da me scelti ho lavorato tutta la notte dalla domenica a ieri mattina. Ieri poi Natale alle 5 e1/2 uscì la prima messa durante la quale fu fatta la consacrazione delle particole che erano state mandate a prendere non so dove. Dei Preti vestiti da soldati ne saltarono fuori molti e si continuarono le messe fino alle 11, ora nella quale uscì la messa cantata. Venne cantata in terzo con Orchestra ed armonium. Un capitano con un violino suonò durante l’elevazione e la chiesa era zeppa di popolo e di ufficiali e soldati. Siccome poi quel suonatore non conosceva musica sacra, suonò un pezzo dell’opera” Ballo in maschera” che è poi di un effetto straordinario. Il più bello poi fu perché alla ½ notte precisa si suonò a distesa un terzo con le campane che, poverette, da 20 mesi non suonavano più! Quel suono certo lo devono aver sentito anche gli austriaci perché i nostri di prima linea lo sentivano ed i tedeschi erano appena 200 metri più in là… E tutto ieri suonarono a gran festa, mentre la gente del paese a bocca aperta stavano allegri a guardarle! Stamattina ho fatto la Comunione che non ho potuto far ieri. Ieri sera poi con alcuni amici in una famiglia ci facemmo preparare abbondantissimo e buonissimo risotto alla milanese ( cotto da un soldato ch’è proprio milanese e cuoco) ,poi del manzo in umido, una brasola di maiale, formaggio a volontà, mandorlato ed aranci, due fiaschi di vino comune, 2 bottiglie di campagne. Poi andammo al caffè a prendere un zabaion uno strega ed un caffè. Credo che se fossi stato a casa avrei mangiato meno E sapete che cosa abbiamo speso? 15 franchi in otto! Come? dirai tu. Te lo dirò quando verrò a casa. A proposito fissare il giorno mi è impossibile ma credo che sarò a casa verso il 18 o 20 gennaio al massimo. L’ho già scritto anche a Scipione. Ieri sera pure ho ricevuto la tua lettera nella quale mi parli della mamma. Sono contento di sentire della sua visita passata dal dottor Frigo ch’è uno dei più bravi del nostro ospedale. Speriamo che possa rimettersi bene.

E speriamo pure che presto torni la pace in modo che noi si possa ritornare a casa a guadagnare un po’ di danaro. Le idee di pace ormai sono molto avanzate…chissà..! Alla Dal Molin non ho ancora scritto perché proprio in mancanza di tempo. Se posso lo faccio stasera in modo da farle gli auguri per il capodanno.

Così pure all’arciprete e al Generale Pasti.

E’ venuto il mio amico Trevisan di Caldogno a trovarvi? Spero che se non è venuto verrà. Così da lui potrai sentire la vita che qui si passa, e le avventure nostre tristi e buone. Altra cosa: ti prego di fare i miei auguri alla signora Parlotto e dirle che non le ho mandato nessuna cartolina per il fatto che mi è sfuggito di mente il Cognome. Ci ho pensato tanto e tanto ma non mi fu mai possibile di ricordalo. Oreste non è venuto a casa? Se no, come mi scrivi, speriamo venga in gennaio così potremo vederci. Bastian non l’ho più visto ma è poco lontano da qui; se potrò avere un paio d’ore libere lo vado a trovare: Così pure Bepi. Ti prego tutte le cartoline illustrate che ricevi da me mettile via perché al mio ritorno le metterò in album; anche quelle fatte a mano. Per oggi basta così. Bacio la mamma. Dimenticavo di dirti che ho ricevuto il vaglia ed il pacco. I guanti mi vanno benone (solamente che qui fa più caldo che altro). Il colletto ringrazia tanto la Gina e dille che le porterò un regalo.

Lo terrò per suo ricordo…ma…
Salutami pure le maestre e tutti gli amici, Bella compresa e se puoi mandami l’indirizzo di don Antonio.. Baci