CAPORETTO – LA CATTURA

Il 30/10/1917, durante la ritirata di Caporetto, il S.ten. Gino Zimello viene fatto prigioniero a Codroipo e inviato al campo di concentramento di Crossen- Deutuscheland con matricola 1537 – Gefangenlager. Successivamente, verso il 15/01/1918 viene trasferito a Cellelager – Hannover Germania, al blocco A, baracca 49 con matricola 2447 dove resterà fino al 22/12/1918.

Il 24 ottobre 1917 l’esercito Austroungarico iniziò la 12°grande battaglia dell’Isonzo con lo sfondamento di Caporetto sulla rotta di Tolmino. La grandissima parte delle nostre truppe in ritirata era sulla destra del Tagliamento, mentre attorno a Codroipo erano rifluite una quindicina di divisioni della 2° armata. I Granatieri di Sardegna il 27 ottobre si schierarono fra Chiopris-Medea-Corona-M.Fortin con reparti avanzati fino a Pateano e Gradisca (sui ponti). Il 28 ottobre ripiegarono sulla linea del Cormor, occupando il 29 Lestizza. Durante la marcia di ritirata, la brigata respinse diversi attacchi nemici. Nella giornata del 30 ottobre i ponti della Delizia erano sovraccarichi di una folla di soldati, carriaggi e civili che cercavano disperatamente di passare. Per ordini superiori le truppe furono rinviate a Codroipo e un Generale con i nervi meno saldi del necessario fece saltare i ponti della Delizia alle ore 13 del 30 ottobre 1917. Il bottino austroungarico fu dunque enorme e in quella zona ì che il Sott.Ten. dei Granatieri Zimello Gino venne fatto prigioniero.

Da un diario di un soldato granatiere, Giuseppe Giuriati che forse era assieme al Sott.ten.Zimello, si legge che la cattura avvenne nel paese di Flambro, vicino a Codroipo, il mattino del 30 ottobre. Inoltre il diario racconta che i prigionieri furono messi in fila per quattro e inviati verso il paese di Lestizza verso Udine. Lungo la strada affamati mangiavano i viveri che erano stati abbandonati nei carriaggi. Nel frattempo diminuita un po’ la rabbia e scherzando fra compagni ci si consolava dicendo: “almeno abbiamo salva la ghirba”. Arrivati a Udine fecero tappa e le guardie li lasciarono un po’ liberi. Andammo alla ricerca dei magazzini di vino e dopo esserci ubriacati lasciammo le botti tutte senza spina e le botteghe di merceria sfornite. Ben presto ci rendemmo conto che quello era stato l’ultimo vino e l’ultima carne che avevamo mangiato, perchè si partì per Cividale dove era stato istituito un primo campo di raccolta dei prigionieri. Si marciava con una guardia davanti, quattro ai fianchi e quattro dietro, tutte a cavallo. Le guardie si davano il cambio nella guida, noi sempre a piedi e picchiati con i fucili. Chi osava allontanarsi veniva ucciso. Verso sera ci accordarono una piccola tappa inaspettata e venne distribuita una pagnotta ogni 5 uomini. Poi si tornò a camminare, si camminò senza conoscere la destinazione; iniziò anche a piovere e la pioggia svolse la sua opera di avvilimento e sofferenza. Bisognava andare avanti verso Tolmino e non fermarsi: una vita peggio delle bestie. Presa coscienza delle mie condizioni mi auguravo la morte. Era la mattina del 10 novembre 1917.

Successivamente il Zimello arrivò al campo di concentramento di CROSSEN che fu l’ultima tappa prima del definitivo internamento nel campo Ufficiali di Celle – Hannover – Germania. Nel gennaio 1918 infatti, 1300 aspiranti (finalmente riconosciuti come Ufficiali dalla Germania, che fino ad allora li considerava sottoufficiali) lasciarono Crossen per Cellelager.

I Granatieri fatti prigionieri in quel periodo (dal 23 ottobre ai primi di novembre 1917) furono 83 Ufficiali e 2400 soldati di truppa.

La bandiera del 1° Regg.to Granatieri di Sardegna è stata insignita della medaglia d’oro per la campagna 1915 – 1918: Trentino (Monte Cengio); Carso (Fornazza – Selo).