PRESENTAZIONE
Strano il rapporto dell’uomo con l’acqua. Non ne può fare a meno, eppure sembra gli sia sempre di troppo: o troppa o troppo poca. La storia dell’uomo ha finito così per essere anche la storia dei suoi sforzi per difendersi e ripararsi dall’acqua o per catturarla e servirsene. Nell’immaginario collettivo, nell’arte, nella letteratura, nella religione l’acqua è di volta in volta l’oceano, la tempesta, il gorgo che annega, ma anche la rugiada, la linfa, la vita.
I primi filosofi greci posero l’acqua tra gli elementi primigeni e costitutivi di tutte le cose. La Bibbia ci ricorda che «in principio lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque» e che Jahve dedicò il secondo giorno della creazione «a separare le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento». Per creare l’uomo, infine, Dio come il vasaio lo impastò di terra ed acqua.
S. Francesco in quattro aggettivi disse le cose più belle su «sor’aqua, la quale è multo utile, et ùmele, et pretiosa et casta».
Il 2003 è stato proclamato dall’ONU l’anno dell’acqua, per ricordare all’umanità il valore di questo elemento, per richiamare la sua attenzione sulle drammatiche condizioni dei paesi più poveri che soffrono la sete, per denunciarne lo spreco e il cattivo uso da parte di quelli più ricchi.
Bene ha fatto l’Associazione Laboratorio Brendola a rivolgere quest’anno la sua attenzione all’acqua dedicandole una monografia che va ad aggiungersi alle altre sulla casa rurale, sui mestieri di un passato recente, sul borgo di Vo’, sull’asilo di Brendola e sulla chiesetta di Revese.
Con ciò l’Associazione dimostra, a nostro avviso, un’alta concezione della cultura intesa come esercizio di impegno civico e di promozione sociale. Non è un pregio da poco.
L’altro pregio del volume, a nostro avviso, è quello di saper coniugare e intercalare, con felici zumate, informazioni e considerazioni di carattere generale con notizie che ci riportano alla storia vissuta di «una comunità alla conquista dell’acqua».
Qui fa capolino la naturale predisposizione culturale del curatore, di carattere prevalentemente storico, nell’accezione, anche in questo caso, corretta del termine.
Dopo aver raccolto, infatti, una mole considerevole di documenti e dati storiografici (ricordiamo che «istoria» in greco significa «ricerca»), l’autore ha saputo far rivivere un secolo circa di storia della comunità di Brendola attraverso il racconto degli sforzi, del lavoro, delle lotte per portarsi «a» e «in» casa l’acqua.
Attraverso il ricordo di questa impresa il lettore rivive il clima positivistico della seconda metà dell’Ottocento, tutto scienza e progresso, entusiasta di ogni invenzione e scoperta tecnica (l’avvento della luce elettrica, la diffusione del cannone «grandinifugo», l’arrivo delle società cooperativistiche, della banca ecc.); il clima politico caratterizzato prima dalla lotta tra Liberali e Socialisti, poi dalla vergogna del fascismo, infine dall’affermarsi della Repubblica; il clima socio-culturale impregnato di antagonismo ottocentesco tra Cattolici e Liberali e, in seguito, tra Cattolici e Socialisti in gara per il controllo delle Leghe bianche e rosse.
Sfogliando le pagine il lettore incontra personaggi di spicco dell’amministrazione civile, della parrocchia, della società, ma anche molte persone semplici che hanno dato il loro contributo al miglioramento delle condizioni di vita della comunità.
Non mancano episodi curiosi, che adesso possono far sorridere, ma che allora erano tremendamente seri, come quello della costruzione di un cesso pubblico, o quelli legati al campanilismo tra le varie frazioni.
In ogni caso il lettore è stimolato a ridare all’acqua quell’attenzione e rispetto che i nostri padri avevano nei suoi confronti quando era un bene più raro e quindi più prezioso.
È anche questo, ci sembra di capire, l’auspicio che i promotori della pubblicazione fanno a se stessi e a tutta la comunità di Brendola.
PROF. REGINALDO DAL LAGO