I NOSTRI GIORNI

IPPOCRATE:

Descrivere il passato, comprendere il presente, prevedere il futuro:
questo è il compito del cittadino

MBS GESTISCE L’ACQUEDOTTO DI BRENDOLA

Nel gennaio 1997 diventa realtà la nuova convenzione.
Dopo qualche anno di messa a punto, il Comune di Brendola ha conferito alla MBS importanti affidamenti in campo ambientale mirati ad ottenere una migliore gestione dei servizi. Una prassi innovativa rivolta a perseguire specifici interessi pubblici modulando i termini del rapporto di collaborazione in relazione alle concrete esigenze dell’amministrazione. Un “passo importante” secondo il Sindaco, Luciano Mussolin, che segna non soltanto una diversa e più efficace impostazione del servizio, ma un nuovo concetto di gestione. Perché? La MBS, diretta promanazione dell’Amministrazione brendolana che detiene il 50 per cento dell’azienda in società con il Comune di Montecchio Maggiore, ha meno vincoli burocratici e può offrire in termini operativi una prestazione efficiente e a basso costo. Con questa convenzione, il Comune ha definito il quadro relativo al settore dell’ambiente secondo le linee del programma presentato in campagna elettorale.La prima Convenzione che il Comune di Brendola ha stipulato con lo Società “Montecchio Brendola Servizi Spa” riguarda il servizio di gestione dell’acquedotto comunale. Dal primo gennaio di fatto l’Amministrazione comunale ha affidato la rete idrica del paese alla società MBS che per i prossimi due anni dovrà provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, all’esecuzione di nuovi allacciamenti e al controllo della qualità dell’acqua e della potabilità. La MBS, che deve garantire la presenza di personale per tutto l’arco della giornata e la reperibilità di un operatore 24 ore su 24, in sostanza si deve occupare del buon funzionamento dell’acquedotto dell’intero territorio comunale portandolo entro un anno ad un maggior grado di efficienza. Cosa é cambiato. Il servizio veniva prima gestito attraverso appalti con ditte private. I contratti dovevano essere formalizzati dall’Amministrazione attraverso delibera con tempi di attuazione più lenti rispetto alla convenzione attuale. I vantaggi dell’affidamento diretto alla MBS si incentrano in particolare nella reperibilità e la disponibilità del personale per l’efficienza del servizio e soprattutto la prevenzione degli impianti di tutta la rete idrica. Quest’ultimo aspetto, che per la prima volta si verifica negli intendimenti dell’amministrazione, significa che non solo sarà garantito il funzionamento dell’acquedotto con la manutenzione ordinaria, ma attraverso una pianificazione controllata con un continuo monitoraggio e contestualmente il completo rinnovo degli impianti, seguendo una scaletta di priorità su ogni singola situazione che emerge nel frattempo.

La manutenzione ordinaria e straordinaria legata ad eventuali rotture sarà a carico della MBS, insieme alla sorveglianza degli impianti, alla reperibilità per un costo totale di 500 milioni. Entro il mese di giugno 1998 la MBS deve presentare al Comune un progetto di massima per la realizzazione di un impianto di telecontrollo e telecomando ed un altro per la mappatura degli impianti. Deve inoltre presentare un progetto relativo alla rete idrica per adeguare e migliorare l’intero acquedotto e altri di massima per impianti e condutture. Il comune potrà affidare direttamente alla società la realizzazione di tali opere in tempi brevi.

La presente convenzione, dopo un periodo di due anni di sperimentazione, avrà la durata di 9 anni.
Il bilancio idrico per l’anno 1999 è riportato nella successiva tabella

Le perdite dell’acquedotto di Montecchio Maggiore sono in percentuale del 5,8% mentre per Brendola sono del 24,9%.

IL SISTEMA IDRICO ATTUALE

Dopo aver tentato di costruire la storia dell’acquedotto per tanti anni, siamo arrivati ai nostri giorni con la descrizione dello stato odierno del nostro sistema acqua potabile per tutti.

I dati sono stati forniti su permesso della società MBS dall’ing. Massimo Gigli, incaricato del progetto preliminare per gli interventi di ristrutturazione dell’acquedotto di Brendola. Un grazie sincero per la gentilezza e disponibilità.

1 – IL PRELIEVO

Attualmente il prelievo dell’ acqua avviene tramite pozzo localizzato in località Madonna dei Prati ad una quota di 44,5 m s.l.m.

L’ acqua attinta dal pozzo viene raccolta in un serbatoio posizionato in zona limitrofa e costituito da una struttura in muratura portante con copertura in c.a.; essa risulta divisa in due parti, una utilizzata come serbatoio, l’ altra come locale per il contenimento delle pompe necessarie per l’ adduzione. Queste ultime, presenti nel numero di sei, alimentano le tre diverse linee.

Quello che rimane dell’acquedotto del Lavo e del passato impegno per l’acqua potabile.

La prima linea di adduzione, che porta l’ acqua al serbatoio di via San Marcello, è costituita da un tubo in acciaio avente diametro pari a 8 pollici; per il pompaggio dell’acqua si utilizzano due pompe “caprari”.
La seconda linea che alimenta il serbatoio di Monte dei Martiri, è costituita da un tubo di polietilene avente diametro pari a 6 pollici; per il pompaggio vengono utilizzate due pompe “Caprari”.
La terza ed ultima linea di adduzione è realizzata con un tubo in acciaio avente diametro pari a 3 pollici; le pompe utilizzate per l’ adduzione dell’ acqua sono delle “Aturia”

2 – I SERBATOI

Sul territorio del Comune di Brendola sono dislocati 13 serbatoi.
Essi sono situati in località Monte dei Martiri, in via S. Marcello, in località Muraroni, in via Asiago, in via Rocca dei Vescovi, in via Adenauer, in via Rossi, in località Monti Comunali, in via Isonzo, in via Piave, in via Papa Giovanni XXIII, in via Muraroni (II), ed in via Monte Grappa. Gli ultimi tre risultano attualmente non utilizzati.
Essi presentano dimensioni e caratteristiche diverse.

Il serbatoio di via Asiago, localizzato nella medesima via, si trova ad una altezza di 125,5 m s.l.m. E’ costituito da una vasca non frazionata con antistante una camera di manovra. Il volume del serbatoio è pari a 13,77 mc; non è presente alcuna impermeabilizzazione. Esistono gli sfiati, lo scarico di fondo e lo scarico di superficie. Mancano sia misuratori di portata che di pressione e risulta quindi difficile quantificare tali parametri necessari per una buona fruizione dell’ impianto. Sulla copertura è presente del terreno vegetale e tutto intorno vi sono alberature e vitigni. L’ area è recintata da una rete malmessa tale da consentire un agevole accesso a chiunque. Ad una distanza di circa dieci metri dal serbatoio si trova una strada sterrata.

Il serbatoio di Rocca dei Vescovi ubicato in via Rocca dei Vescovi ad una altitudine di 228 m s.l.m. è formato da una vasca non frazionata del volume di 45,60 mc; antistante ad esso si trova una camera di manovra. L’ impermeabilizzazione non è presente, ed assente risultano pure i misuratori di pressione ed i misuratori di portata. Sono presenti invece gli sfiati, lo scarico di fondo e lo scarico di superficie. Tale serbatoio è situato in proprietà privata; l’ area circostante lo stesso non risulta recintata. Tutt’ intorno è presente prato e bosco.

Il serbatoio dei Monti Comunali, ubicato nella medesima località ad una quota di 431,5 m s.l.m., è costituito da tre vasche cilindriche del diametro di 1,9 m per un volume complessivo pari a 27,12 mc. Non risulta presente alcuna impermeabilizzazione, come assenti risultano anche i misuratori di pressione e di portata. Sono presenti invece gli sfiati, lo scarico di fondo e lo scarico di superficie. Tutt’ intorno, il serbatoio è circondato da bosco e non presenta alcun tipo di recinzione.

Il serbatoio di via Isonzo, in località San Valentino ad una quota di 159 m s.l.m., è situato in proprietà privata; esso si presenta in un buono stato di conservazione. E’ costituito da una vasca non frazionata con antistante una camera di manovra. Il volume del serbatoio è pari a 41,58 mc. Sono assenti gli sfiati, i misuratori di portata ed i misuratori di pressione. Vi sono invece sia lo scarico di fondo che lo scarico di superficie. Tutto intorno il serbatoio è circondato da vigneto e ad un suo lato è appoggiata una tettoia utilizzata per lo stoccaggio del legname.

Il serbatoio di via Rossi, in località San Vito, ad una quota di 251 m s.l.m., è formato da una vasca non frazionata per un volume complessivo pari a 45,55 mc. Attigua ad esso si trova una camera di manovra. Gli sfiati sono assenti ( c’ è una griglia laterale ), come assenti risultano pure i misuratori di pressione e di portata. Sono presenti invece sia lo scarico di fondo sia quello di superficie. Tutto intorno al serbatoio e sulla sua copertura si trova del terreno vegetale.

Il serbatoio di via Muraroni situato nella medesima via ad una altitudine di 220,5 m s.l.m., presenta tre vasche di forma cilindrica aventi un diametro di 1,9 m, per un volume complessivo pari a 45,23 mc. Antistante le tre vasche si trova una camera di manovra. Risulta assente ogni tipo di impermeabilizzazione, come assenti risultano pure i misuratori di pressione ed i misuratori di portata. Sono presenti invece sia lo scarico di fondo che lo scarico di superficie. Il serbatoio è raggiungibile solo tramite l’ attraversamento di una proprietà privata, e l’ accesso ad esso non è impedito da alcuna recinzione. L’ ambiente circostante è costituito da terreno vegetale che sovrasta anche il serbatoio stesso.

Il serbatoio di Monte dei Martiri ubicato nella medesima località ad una quota di 116,5 m s.l.m. è costituito da una vasca avente un volume complessivo pari a 110,55 mc.; essa non è frazionata. Antistante ad esso c’ è la camera di manovra. Sul soffitto sono presenti degli sfiati ed esiste pure una finestra grigliata laterale. Vi sono sia lo scarico di fondo che di superficie. Assenti risultano invece sia i misuratori di pressione che i misuratori di portata. L’ intera struttura non è impermeabilizzata in alcun modo. L’ area circostante è costituita da bosco e prato; quest’ ultimo insiste anche sulla copertura dell’ edificio. Esiste inoltre tutt’ attorno una rete in pessime condizioni che non preclude in alcun modo l’ accesso agli estranei.

Il serbatoio di via Marcello è localizzato nella medesima via ad una quota di 87,5 m s.l.m. Si presenta in ottime condizioni dal punto di vista di conservazione della muratura, cosa peraltro spiegabile col fatto che tale manufatto è quello di più recente costruzione. E’ formato da una vasca non frazionata del volume complessivo di 615,06 mc. Antistante il serbatoio si trova una camera di manovra. Il serbatoio risulta impermeabilizzato ed esistono inoltre sia gli sfiati, lo scarico di fondo e lo scarico di superficie. Non esistono invece misuratori di pressione e di portata. L’ intera struttura è circondata da una recinzione in ottime condizioni che non permette l’ accesso agli estranei. La parte circostante è costituita da un’ area in parte coperta di terreno vegetale ed in parte da conglomerato cementizio. Tali condizioni, unitamente al fatto che esiste una strada percorribile da qualsiasi automezzo lungo il suo lato principale, fanno facilmente comprendere come eventuali operazioni di manutenzioni risultino notevolmente agevolate.

In via Piave, ad una quota di 198 m s.l.m., si trova un serbatoio costituito da una vasca non frazionata avente un volume pari a 10,52 mc. Esso è localizzato lungo la strada ed è circondato sui restanti lati da bosco. La copertura è realizzata in cemento con uno strato impermeabilizzante. Completamente assenti sono gli sfiati ( è presente solo una rete sopra la porta ), come peraltro anche i misuratori di pressione e di portata. Vi sono invece sia lo scarico di fondo sia lo scarico di superficie.

Il serbatoio di via Adenauer è localizzato in via Adenauer ad una quota di 123 m s.l.m.

Il serbatoio è costituito da una vasca non frazionata per un volume complessivo pari a 51,87 mc. Accanto alla vasca utilizzata esiste inoltre una vasca non utilizzata di forma cilindrica. Al suo interno si trova un impianto di clorizzazione. Antistante il serbatoio si trova una camera di manovra. Sono presenti sia gli sfiati, lo scarico di fondo e lo scarico di superficie. Assenti sono i misuratori di pressione e di portata. La struttura, localizzata lungo la strada, non è recintata in alcun modo e risulta sottostante un orto di proprietà privata.

3 – VASCHE DI DECOMPRESSIONE

Dislocate su tutto il territorio comunale esistono due vasche di decompressione; una situata in via Lampertico ed attualmente fuori uso, l’ altra posizionata in via San Vito ad una quota di 166,5 m s.l.m., tuttora utilizzata, costituita da una vasca avente volume pari a 1,33 mc. L’ intera struttura risulta impermeabilizzata e dotata di sfiati, di scarico di superficie e di scarico di fondo. Antistante la vasca vera e propria c’ è una camera di manovra. La vasca è raggiungibile tramite via San Vito e risulta dislocata al lato di tale strada. E’ circondata dagli altri lati da bosco. Essa non risulta recintata e per tale motivo l’ area di rispetto della struttura è facilmente raggiungibile da chiunque.

4 – LE CONDOTTE DI ADDUZIONE

Possono essere evidenziate tre condotte pari al numero dei rami in cui è diviso l’ intero sistema idrico.

  • La prima, in acciaio, presenta diametro pari a 3 pollici. Porta l’ acqua dapprima al serbatoio di via Adenauer e poi, tramite rilancio, al serbatoio di via Rossi. Risulta seguire con buona approsimazione il tracciato della strada, tranne lungo il tratto che congiunge via Foscolo al serbatoio di via Adenauer. La tubazione segue tutte le accidentalità del terreno, ma non risulta suddivisa da saracinesche e non è possibile quindi isolare singole tratte in caso di riparazioni. Analizzando la situazione esistente si può affermare che, dal punto di vista dimensionale, la tubazione risulta adeguata al soddisfacimento degli obiettivi cui è preposta. Per quanto concerne invece lo stato di conservazione della stessa, assai incerti sono i dati in nostro possesso; l’ unica conclusione a cui possiamo pervenire è che attualmente la condotta consente di mantenere un livello di fluido nei serbatoi tale da soddisfare le esigenze dell’ intera utenza che approvvigiona.

  • La seconda condotta collega il pozzo di Madonna dei Prati con il serbatoio di via Monte dei Martiri. E’ costituita da un tubo in parte in polietilene del diametro di 6 pollici ed in parte in acciaio del diametro di quattro pollici. La condotta risulta collocata lungo la strada solo per un piccolo tratto; essa segue tutte le accidentalità del terreno e risulta priva di saracinesche che consentano di isolare singole tratte in caso di riparazioni. Per quanto concerne lo stato di conservazione possiamo affermare con certezza che il tratto di tubo del diametro di quattro pollici, essendo stato sostituito di recente, presenta un ottimo stato di conservazione; per il resto della tubazione possiamo invece solamente asserire che essa consente di mantenere un livello di fluido nel serbatoio tale da soddisfare le esigenze dell’ intera utenza che approvvigiona.

  • La terza ed ultima condotta di adduzione trasporta l’ acqua dal pozzo di Madonna dei Prati al serbatoio di via Marcello; lungo tale tratto la tubazione è in acciaio ed ha un diametro di otto pollici. Essa prosegue poi fino al serbatoio di via Asiago ( Pagello ) con un tubo in polietilene del diametro di quattro pollici. Da questo serbatoio l’ acqua viene rilanciata fino al serbatoio di Rocca dei Vescovi con una condotta di acciaio del diametro di quattro pollici. L’ ultimo tratto di tale ramo realizzato con un tubo in acciaio del diametro di tre pollici porta l’ acqua fino al serbatoio dei Monti Comunali. La condotta segue tutte le accidentalità del terreno; essa si discosta molto dal tracciato della strada. Dal punto di vista dimensionale possiamo affermare che questo tratto della rete è in grado di soddisfare le esigenze dell’ intera utenza che approvigiona.

5 – LA RETE DI DISTRIBUZIONE

La rete di distribuzione segue con buona approssimazione il reticolo stradale del centro urbano. Presenta sei rami principali di distribuzione che si diramano con un sistema a rete. Le condotte si presentano in uno stato di conservazione difficile a valutarsi. E’ comunque possibile affermare che allo stato attuale la rete è in grado di soddisfare le esigenze dell’ intera utenza. Le tubazioni utilizzate sono sia del tipo in acciaio, in p.v.c. ed in pead. I diametri sono variabili tra un massimo di otto pollici ed un minimo di tre/quarti di pollice.

E’ importante rilevare come il sistema a rete per diramazione, in seguito alla presenza di valvole, possa essere trasformato agevolmente in un sistema ad anello per circolazione, evitando così la presenza di tronchi morti dove l’ acqua può stagnare.

6 – LE SORGENTI

In seguito a sopralluoghi con tecnici della ditta M.B.S. si è riscontrata la presenza di cinque sorgenti, alcune delle quali già utilizzate in passato e poi abbandonate a causa dell’ inquinamento.

Esse sono presenti nel numero di quattro e sono dislocate rispettivamente:

  1. Fontana Valentini in località San Vito;

  2. Rio delle Spesse sopra il serbatoio San Marcello;

  3. sorgente in località Marzari sotto il serbatoio di Rocca dei Vescovi;

  4. sorgente Proetta sopra il serbatoio di via Isonzo;

Per ogni sorgente è stata valutata, seppur approssimativamente, la portata e le acque delle stesse sono state sottoposte ad analisi in modo da individuare l’ eventuale possibilità di recupero, che permetterebbe l’ alimentazione dei serbatoi per caduta, riducendo considerevolmente i costi d’ esercizio.

7 – LE STAZIONI DI RILANCIO

Sono presenti sei stazioni di rilancio:

  1. la prima in corrispondenza del pozzo di Madonna dei Prati fornisce l’ acqua ai serbatoi dell’ intera rete; è dotata di sei pompe, due per ogni ramo di adduzione. I modelli in dotazione posseggono caratteristiche tali da garantire un efficiente riempimento dei rispettivi serbatoi.

  2. la seconda è situata nella struttura del serbatoio San Marcello ed è ancora in via di allestimento prossima comunque al suo utilizzo;

  3. la terza è ubicata in prossimità del serbatoio di via Asiago; a differenza delle altre stazioni le pompe, presenti nel numero di due, sono dislocate in una struttura limitrofa, ma separata.

  4. altra stazione di rilancio è situata a Rocca dei Vescovi; è fornita di due pompe alloggiate nella camera di manovra.

  5. lungo il tratto che conduce dal serbatoio della Rocca a quello di via Isonzo si trova la stazione San Valentino; essa è priva di serbatoio e preleva l’ acqua direttamente dalla tubazione di adduzione provocando una depressione nel tratto a valle con conseguenti disagi per gli utenti;

  6. la sesta stazione di rilancio si trova nella struttura adiacente il serbatoio di via Adenauer lungo il ramo che collega il pozzo con il serbatoio di via Rossi; dotata anch’ essa di due pompe che inviano l’ acqua al serbatoio di via Rossi.

Dall’ analisi di quanto esposto si può rilevare come le centrali presentino dimensioni tali da soddisfare le esigenze dell’ adduzione. In ogni centrale inoltre il numero delle pompe permette di poter usufruire di una delle due come elemento di riserva nel caso di guasti, garantendo quindi la continuità del servizio.

8 – L’ ALIMENTAZIONE ELETTRICA

Attualmente tutte le stazioni di rilancio sono alimentate dalla rete di distribuzione dell’ENEL; non posseggono gruppi elettrogeni in grado di fornire energia in caso di interruzione del servizio da parte dell’ ente sopracitato: in tal caso il riempimento dei serbatoi verrebbe sospeso provocando a breve termine notevoli disagi all’ utenza.

9 – LA POTABILIZZAZIONE DELLE ACQUE

Esistono due impianti di potabilizzazione uno dislocato nel pozzo di Madonna dei Prati ed uno nel serbatoio di via Adenauer. Per la sterilizzazione dell’ acqua, prima della distribuzione, viene utilizzato l’ ipoclorito di sodio.

10 – APPARECCHIATURE E PEZZI SPECIALI

Lungo tutta la rete di distribuzione sono localizzate delle saracinesche, che consentono di isolare singoli tratti di tubazione permettendo la relativa manutenzione, e delle valvole di decompressione per ridurre la sovrappressione idrica.

11 – GLI UTENTI

Gli utenti sono dislocati in modo da coprire uniformemente l’ intero territorio comunale. La determinazione esatta del loro numero è stata possibile grazie alla consultazione dei tabulati messi a disposizione dall’ Amministrazione Comunale.

Dall’ esame di questi ultimi sono rilevabili:

a) la suddivisione in base al diverso tipo di uso:

– 1 per abitazioni civili, attività professionali;

– 2 case di riposo;

– 3 allevamento animali;

– 4 artigianali e industriali;

– 5 come alla voce 1 + fognatura;

– 6 come alla voce 2 + fognatura;

– 8 come alla voce 4 + fognatura.

b)la suddivisione in base ai diversi bacini di utenza.

Il serbatoio di via Asiago soddisfa il fabbisogno di 193 utenti; nove di questi hanno destinazione industriale o artigianale. Il numero di abitanti in questa zona è pari a 552 persone. Serve le seguenti vie: Fogazzaro, Goia, S.Bertilla, Scarantello, Valle, S.Marcello, Asiago, Vicariato.

Il serbatoio di Rocca dei Vescovi serve 123 utenti di cui ben 4 di tipo industriale o artigianale; nella zona sono presenti 357 abitanti. Serve le seguenti vie: Ortigara, Marzari, Papa Giovanni, Piazza del Popolo, Torino, Zanella, Papa Pio XII, Montegrappa, Pasubio, Rocca dei Vescovi.

Il serbatoio dei Monti Comunali ha quattro utenze artigianali e otto di abitazioni civili. In questa zona sono presenti 24 abitanti.

Il serbatoio localizzato in via Isonzo presenta 53 utenze di cui solamente una di tipo artigianale. Nella zona sono presenti 156 abitanti.

Il serbatoio di via Rossi distribuisce l’ acqua a 131 utenti; fra essi solamente uno è di tipo artigianale. Gli abitanti presenti nella zona sono 390.

Il serbatoio di via Muraroni soddisfa il fabbisogno di 61 utenti, uno di tipo artigianale.

Nella zona ci sono 180 abitanti. Serve: S.Vito, Cavicchie, Adenauer, Lampertico, Julia, Foscolo.

Il serbatoio di Monte dei Martiri serve 360 utenti; 10 di questi sono di tipo industriale od artigianale. Gli abitanti presenti nella zona sono 1044. Serve Colombo, Strada della Pila, Piazza L.Da Vinci, Carbonara, Dell’Asse, Verdi, Mattoni, Palladio, Massari, Sansovino, Bernini, Molino del Sole, Scamozzi, Marinali, Mano, Scolari, Beltrame, Buonarotti, Monte dei Martiri, Agricoltura.

Il serbatoio di via Marcello soddisfa le esigenze idriche di tutti i 1007 utenti; ben 199 di questi hanno destinazione industriale o artigianale. Nella zona sono presenti 2424 abitanti. Serve: Madonna dei Prati, Pedocchio, Platani, Crispi, Mazzini, Sella, Natta, Mattei, Fontanine, De Gasperi, Pacinotti, Soastene, Volta, Meucci, Fermi, Croce, Rossigni, Pzza Mercato, Sarpi, Bellini, Puccini, Bartaglian, Vivaldi, Masdcagni, Monteverdi, Donizetti, Cilea, Dalla Chiesa, Cantarella, Lamarmora, Paolucci, Revese, Marconi, Giardino, Diaz, Baracca, Signolo, Edison, Albinoni, Salieri, Cavour, Vico, Cuoco, Rosmini, Gioberti, D’Acquisto, Gentile, Roccolo, Savonarola, Bruno, Russel, Campanella, Orna.

Il serbatoio di via Piave distribuisce l’ acqua a ben 63 utenti corrispondenti a 189 abitanti.

Altre ulteriori distribuzioni avvengono nel tratto di mandata fra il serbatoio di via Asiago e via Isonzo; lungo tale percorso vi sono 122 utenti di cui solamente quattro di uso industriale od artigianale. Il numero degli abitanti è pari a 354 abitanti.

12 – IL POZZO DI MADONNA DEI PRATI

E’ ubicato nella località omonima ad una quota di 44,5 m s.l.m., in prossimità del Fiumicello Brendola in una zona con destinazione agricola. E’ costituito da:

  1. un pozzo della profondità di metri 41 circa che preleva acqua dalla falda profonda e molto ricca del sottosuolo. Dall’ esame stratigrafico si rileva la presenza di spessi strati di argilla che sono ottimi impermeabilizzanti per la difesa dalla qualità delle acque utilizzate;

  2. un secondo pozzo realizzato in epoca precedente, limitrofo al primo ed attualmente inutilizzato ma di cui sono in corso le operazioni di rimessa in uso;

  3. un serbatoio di base costituito da una vasca di accumulo e da una camera di manovra in cui sono alloggiati gli impianti di sollevamento idrico.

Esiste una adeguata zona di rispetto recintata.

13 – IL PIANO REGOLATORE GENERALE

Analizzando il Piano Regolatore Comunale si nota come le zone residenziali di espansione siano state tutte completate ad eccezione di un’ area in località San Vito che però è in corso di realizzazione.

14 – L’ INCREMENTO DEMOGRAFICO

Per quanto concerne l’ aumento della popolazione possiamo rilevare come mediamente negli ultimi anni l’ incremento sia stato pari ad 80 unità per anno.

15 – ALTEZZE DEGLI EDIFICI

Da quanto risulta dall’ analisi della situazione esistente si riscontra come gli edifici del Comune di Brendola presentino altezza massima di metri 10, come prescritto dalla normativa comunale; unica eccezione è rappresentata da un immobile sito nel centro del capoluogo, che è alto 15 metri. Data però la sua unicità e la dislocazione in una delle quote più basse dell’ intero territorio, viene assunta come altezza di riferimento di tutti gli edifici quella di 10 metri.

A questo punto la società MBS ha mantenuto gli impegni assunti con la convenzione stipulata con il Comune nel 1997 ed entra ad operare nell’Ambito Territoriale Ottimale Bacchiglione.

IL PUNTO FINALE

La riforma del servizio idrico
La Legge 5 gennaio 1994 n. 36 recante “Disposizioni in materia di risorse idriche” (Legge Galli) ha avviato un complesso ed articolato processo di riorganizzazione territoriale e funzionale del SERVIZIO IDRICO INTEGRATO”, inteso come l’insieme dei servizi pubblici di captazione e distribuzione di acqua ad usi civili, fognatura e di depurazione delle acque reflue.

In Veneto, la riforma viene avviata con la Legge del Consiglio Regionale n. 5 del 1998 Disposizioni in materia di risorse idriche, istituzione del servizio idrico integrato ed individuazione degli ambiti territoriali ottimali, in attuazione della Legge 5 gennaio 1994, n. 36″. Con tale provvedimento normativo la Regione, chiamata a dare concreta attuazione alla legge nazionale, ha individuato gli Ambiti Territoriali Ottimali (A.T.O.), disciplinando le forme ed i modi dl cooperazione tra i Comuni e le Province appartenenti al medesimo Ambito Territoriale e definendo i rapporti tra questi ultimi ed i soggetti Gestori dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione.

I Comuni e le Province ricadenti in ciascun Ambito, istituiscono l’Autorità d’Ambito, scegliendo come forma di cooperazione la convenzione o il consorzio, ai sensi della Legge 142/1990. L’Autorità d’Ambito ha il compito di organizzare il servizio idrico integrato secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità e di disciplinare il regime di salvaguardia delle gestioni esistenti. La salvaguardia, comunque esclusa per le gestioni in economia, deve avere necessariamente carattere di temporaneità, in quanto, in ottemperanza alla disciplina europea ed alla normativa italiana che l’ha recepita, non ultimo l’art.35 della Legge finanziaria 2002, soltanto il meccanismo della gara pubblica europea possa tutelare al meglio il consumatore in un regime di monopolio naturale.

Una volta ultimata la ricognizione delle opere esistenti, l’Autorità d’Ambito deve procedere alla riorganizzazione del servizio per mezzo della predisposizione del Piano d’Ambito, ovvero del Programma Pluriennale degli Interventi, previsto al comma 3 dell’articolo 11 della Legge 36/94, articolato per gestioni, ed il relativo Piano Finanziario (articolo 13.3). Infine, la Regione Veneto, con deliberazione della Giunta n. 388 del 17 febbraio 1999, ha approvato la convenzione tipo e il disciplinare relativi ai rapporti tra Autorità d’Ambito e gestori dei servizi idrici integrati di cui all’articolo 10 della Legge Regionale 5/98. II disciplinare definisce le modalità di gestione del servizio idrico integrato e le responsabilità del gestore verso gli utenti, sia in termini di erogazione del servizio che in termini di rispetto degli standard minimi di qualità previsti dalla normativa di settore.

L’Ambito Territoriale Ottimale Bacchiglione

L’A.A.T.O. Bacchiglione é un Consorzio costituito da 144 Comuni, istituito con convenzione notarile il 4.10.99 e comprende il territorio di 81 comuni della provincia di Padova, 62 comuni della provincia di Vicenza ed 1 della provincia di Venezia. II territorio dell’A.A.T.O. Bacchiglione si estende su una superfide di circa 3.000 kmq nell’alta pianura alluvionale veneta ed é caratterizzato per 1’83% da territorio pianeggiante, mentre il restante 17% è costituito da aree collinari o di montagna. Alla data di insediamento dell’Autorità (estate 2000), la situazione gestionale relativa ai servizi di acquedotto, fognatura e depurazione risultava particolarmente frammentata. Accanto a situazioni consolidate delle società multiservizi nel due capoluoghi provinciali, sul resto del territorio la gestione era affidata per lo più a consorzi di comuni o, in molti casi, era condotta direttamente in economia. L’accresciuta consapevolezza che solo la gestione industriale del servizio é in grado di generare adeguate economie di scala con i conseguenti vantaggi per l’utente, ha condotto, nell’arco di un paio d’anni e pur in uno scenario ancora dinamico in termini di accorpamenti aziendali, ad una drastica razionalizzazione del servizio. Tale evoluzione ha consentito pertanto all’Autorità d’Ambito di avviare il servizio idrico integrato dal gennaio 2003 con sei soggetti gestori (Vedi tabella e Mappa del Perimetro) ai quali, con delibera del C.d.A. n° 5 del 12.11.2001 é stata attribuita la salvaguardia di durata quadriennale per la gestione del servizio su 144 comuni dell’ambito:

– Alto Vicentino servizi S.r.l.
– Azienda Padova Servizi S.p.A
– Azienda Piovese Gestione Acque S.r.l
– Azienda Speciale Consorziale Centro Veneto Servizi
– Aziende Industriali Municipali Vicenza S.p.A.
– M.B.S. Montecchio Brendola Servizi S.p.A.

Gestori

Numero comuni

Abitanti al 01.01.2001

Utenti

Superficie

Volumi erogati

AIM

31

271.675

l00.487

61.020

25.962

APGA

10

61.651

23.096

29.592

4.932

APS

3

237.097

l05.140

l2.748

26.464

AVS

38

238.222

l02.793

85.852

l9.000

CVS

59

236.979

89.621

110.110

l7.764

MBS

3

41.193

17.075

l0.553

3.838

La stipula della convenzione di gestione rappresenta un passaggio obbligato per l’avvio della riforma del servizio idrico prevista ormai 8 anni fa dalla legge Galli e che sino ad oggi non aveva trovato applicazione. Il risultato di questo ritardo, come fotografato dal Comitato di Vigilanza sull’uso delle risorse idriche nella sua relazione al Parlamento nel 2002, é in primo luogo una brusca contrazione degli investimenti in opere infrastrutturali del settore idrico: fra il 1985 e il 1998, “in termini reali, fatta pari a 100 la spesa per investimenti del 1985, nel 1998 essa risulta pari a 29” (Fonte: Comitato di Vigilanza sull’uso delle risorse idriche – Relazione annuale al Parlamento sullo stato dei servizi idrici, 2001).La realtà dell’ambito Bacchiglione non si discosta in misura significativa dal dato nazionale. A fronte di circa 98 milioni di mc erogati all’utenza, con una percentuale di copertura del servizio di acquedotto pari all’80%, si registra circa il 24% di perdite in rete. Circa il 59% degli utenti dispone anche del servizio di fognatura, mentre soltanto il 63% dei reflui viene depurato. E’ dunque evidente la necessità di applicazione della riforma prevista dalla Legge galli. In questo senso l’Autorità d’Ambito si é adoperata per dotarsi nel più breve tempo possibile di strumenti adeguati all’esercizio delle funzioni di programmazione e controllo che le sono attribuite. La Convenzione di gestione regolando il rapporto tra autorità d’Ambito e gestori del servizio rappresenta pertanto un adeguato strumento di tutela del consumatore.

La convenzione
La Convenzione di gestione, approvata dall’Assemblea dei sindaci in data 2002, rappresenta la conclusione della fase programmatoria di lavoro dell’ATO Bacchiglione, iniziata con la ricognizione delle opere esistenti. Il contratto di servizio siglato con ogni gestore impegna il gestore, in cambio della riscossione della tariffa, a gestire il servizio integrato (acquedotti, collettamenti e depurazione) secondo criteri di efficiente economicità esplicitati nel contratto stesso. In questo senso la Convenzione da oggi diventa lo strumento di lavoro quotidiano dell’Autorità d’Ambito, che in qualità di concedente del servizio si impegna a garantire agli utenti, vigilando sul rispetto degli impegni assunti dal gestore, qualità, sicurezza ed efficienza. La convenzione diventa peraltro il primo passo in direzione della gara pubblica per l’assegnazione del servizio, la quale rappresenta l’unico strumento per garantire “concorrenza per il mercato” e dunque la prestazione di un servizio di qualità per l’utente.