INTRODUZIONE

Brendola o Brendole il toponimo secondo la tradizione significa acque cioè ricchezza d’acqua. Ma dove ? in collina o in pianura ?. Occorre cercare nella geologia del territorio brendolano in piena era terziaria quando buona parte dei Lessini ad occidente e dei Berici ad oriente fu coinvolta in una intensa e spettacolare attività vulcanica. In quel tempo il territorio brendolano collinare era occupato da un mare poco profondo con clima tropicale ove andavano a depositarsi sedimenti, resti e frammenti di organismi. Questa parentesi continentale ha breve durata: ben presto nell’eocene superiore un nuovo mare che avanza da est invade il nostro territorio. Ma i Berici (e in parte il territorio brendolano) riemergono definitivamente dal mare verso la fine del miocene quando ha inizio l’azione modellatrice degli agenti atmosferici fino al raggiungimento della morfologia attuale. Fra gli agenti della degradazioni importante è il fenomeno del carsismo creando un paesaggio caratteristico che si esprime bene anche a Brendola con i due altopiani carsici relitti: Il Monte Spiado e i Monti Comunali dove sono presenti numerose grotte e voragini ( una quindicina le più note) presenti nel territorio. Tutte queste forme carsiche svolgono la funzione di raccogliere l’acqua piovana e smaltirla in profondità da dove dopo un percorso sotterraneo, ritorna in superficie attraverso sorgenti carsiche: le due maggiori sono la fontana del Lavo ( dalla quale ha avuto origine l’acquedotto Piovene) e la fontana Proetta situata al Maraschion che ha dato origine all’acquedotto di S. Vito. Dal Monte Spiado ha origine il rio delle Spesse che fornisce di acqua gli abitanti di Valle. Infine sul Monte Comunale la fontana del “Maragneo” che forniva d’acqua gli abitanti di Altavilla e Valmarana. Nel 1943 si rifugiò a Brendola da Trieste l’ing Cecconi ospite per 2 mesi di una famiglia brendolana. Costui fece una approfondita ricerca di tutte le sorgenti carsiche presenti a Brendola rilevando che “tutte le fontane presenti sul territorio sono situate alla medesima altezza”.

Il territorio di Brendola è situato sul lato occidentale dei colli Berici, fianco che corre parallelo ai Monti Lessini. I due sistemi collinari sono separati da una pianura alluvionale bagnata da due corsi d’acqua: il Chiampo e l’Agno-Gua. Il Comune di Brendola ha perciò una parte collinare e una parte pianeggiante. La parte collinare, con la dorsale arrotondata si innalza fino a 343 metri (monte Comunale) ed è coperta soprattutto da boschi e prati. La parte più bassa coincide con l’unghia collinare e comprende la linea di sorgenti in quota, fra i 100 e i 200 metri: sorgente dell’Orco, sorgente della Vipera. La parte pianeggiante, la cosiddetta ”pianura di Brendola” è per la maggior area coltivata, anche se negli ultimi anni le attività commerciali e industriali, come pure le abitazioni sono diventate sempre più numerose. Abitare in pianura, però, non è sempre stato così facile per il dislivello creato dai depositi alluvionali del Chiampo e dell’Agno-Guà tra la pianura di Brendola e la pianura più esterna.Questa conformazione fa sì che il Fiumicello di Brendola, l’affluente più importante dell’Agno-Guà (tant’è vero che il Guà solo a valle della confluenza diventa perenne in tutto l’arco dell’anno) in caso di piena non riesca più a scaricare le sue acque nel fiume, ristagnando nella campagna. Questo problema è molto avvertito in quanto tutta la zona di Brendola è ricca d’acqua che proviene dalle numerose sorgive, dette “boie” o “fontane”. Sono queste risorgive che alimentano il Fiumicello…Sono acque di precipitazione, assorbite dal terreno permeabile che affiorano nella parte bassa della pianura alluvionale. La presenza delle risorgive è annotata già nei documenti d’età medievale; troviamo citato ad esempio, nei Feudi Vescovili del 1249, relativamente alla Fonte dell’Orco:

“la conoide ciottolosa, in prevalenza calcareo dolomitica con rare presenze basaltiche, formata dal comprensorio Agno-Gua è arrivata all’imbocco dell’insenatura dei colli di Brendola e Meledo , fatta a “scodella”, così le acque del Chiampo e del Gua penetrando nei propri letti ghiaiosi, in presenza degli strati impermeabili sottostanti, riaffiorano in superficie sotto forma di fontanazzi o risorgive appena ai margini di detta conoide, dando origine a numerosi corsi d’acqua (le rogge) che si dirigono a sud-sud est, cioè verso la zona depressa, ad alimentare il Fiumicello”. Il Fiumicello Brendola ha origine in località Orna, lungo la via Einaudi; qui la risorgiva “Le Dose” che lo alimentava è ormai disattivata, sostituita dal collettore di scarico del depuratore. La roggia Signolo, attraversatoSan Giacomo, si immette nel Fiumicello presso il ponte di ferro della statale per Lonigo.

Il Fiumicello è alimentato, a destra, da:

  1. la roggia Risarola, che nasce dalle fonti dell’Orco, un insieme di risorgive situate nella proprietà Bertozzo e che, prima del ‘500 confluiva nel Fiumicello all’altezza di Vo’. Quando la Repubblica di Venezia rivolse i propri interessi economici verso la terraferma, concesse ai nobili veneziani i “beni inculti”, cioè terreni situati in zone boschive o paludose, che, pertanto, necessitavano di bonifica o di regolamentazione delle acque. Il corso della Risarola venne allora deviato verso la “Fangosa” e fu fatto confluire nel Fiumicello nella zona di San Gaudenzio. In questo punto fu costruita una doppia chiusa: una immetteva l’acqua nel fiume, l’altra attraverso una galleria sotterranea, proseguiva fino ad irrigare le risaia Valmarana. Da quel momento la roggia fu denominata Risarola.

  2. Quasi parallelamente alla località “Fangosa” incontriamo la roggia Anguissolo, anticamente detta Lagussolo, in quanto il corso, che ha inizio un po’ più a sud della contrà Casetta si snodava a forma di serpente (anguis,) fino a confluire nel Fiumicello. L’acqua della roggia Anguissolo proviene da numerose risorgive di cui la maggiore è la “Boia del Lataro”; il suo corso divenne più veloce dopo il raddrizzamento e l’abbassamento del suo alveo, ad opera del Consorzio di bonifica.

  3. La roggia Braggio ha origini da risorgive situate presso Casavalle e si congiunge al Fiumicello poco prima del mulino Bonamin a Vo’

  4. La roggia San Gomeo scorre al confine con Meledo

A sinistra il Fiumicello è alimentato da:

1. Fosso Gotoro proveniente dalla zona Soastene e Goia

2. La Degora, canale di scolo costruito dai Benedettini che raccoglie gli scoli del “Cao de Là”.

3. Il rio delle Spesse ha origine dai monti comunali presso casa Muraro e in prossimità di villa Anguissolo è stato incubato (1983) per cui scorre sotterraneo fino alla curva della strada dell’Asse.

 

Pietra sull’ultimo fontanino del vecchio acquedotto Piovene