VILLA PIOVENE
Una bella cancellata del secolo scorso con due massicci pilastri di pregevole fattura accoglie il visitatore. La villa, costruita nel XVIII secolo, fu ristrutturata nel 1846 dall’architetto vicentino Giovanni Miglioranza, per volere del conte Antonio Piovene.
L’edificio, che presenta una chiara impostazione settecentesca, è collegato da un piccolo corpo allungato ad una barchessa, un tempo adiacenza della villa. La facciata principale, sormontata da un timpano, dimostra l’intervento ottocentesco, leggibile soprattutto nelle dimensioni di porte e finestre. In particolare le finestre del secondo piano sembrano essere state modificate nelle dimensioni, contribuendo a ingentilire il prospetto. Ottocentesco è il rivestimento della facciata con bugna a segno tenue al primo piano, di disegno più marcato al secondo piano, come pure la scala in pietra tenera locale finemente lavorata e il portale d’ingresso alla villa con l’elaborata cimasa e il vaso acroteriale che ha sostituito una statua sul timpano. Rimangono, a testimonianza della preesistente struttura settecentesca, il leggero timpano e le statue che sormontano la villa su elaborati dadi acroteriali. Le statue, di bella fattura, sono probabilmente della scuola del Marinali.
La facciata a mattina, invece, conserva intatta l’impostazione settecentesca. Al piano terra due portali ad arco, ora ciechi, costituivano l’ingresso; al secondo piano tre archi a tutto sesto, pure chiusi, incorniciati da due finestre rettangolari, si aprivano in quello che doveva essere un loggiato.
Davanti alla villa c’è un part-terre con aiuole delimitate da movimentate cordonature in pietra e da basse piante di bosso, con al centro una fontana. Due scalette simmetriche portano alla parte bassa del giardino, dove si trovano le serre fredde. Il giardino (attribuito a Jacopo Cabianca) ha la sua continuazione fisica, attraverso una seconda scalinata a mattina, in un bel parco in dolce pendio con alberatura secolare, ora non più di pertinenza della villa.
All’interno è evidente l’impianto originale settecentesco con l’infilata di stanze. Una prima sala, dalle belle proporzioni, presenta il soffitto dipinto con graziosi motivi ripresi dalla cancellata principale.
Nella sala principale il soffitto, assai interessante, è a velario decorato finemente, con dedica ad Adele, sposa di Antonio Piovene.
Dal piano terra si accede alla serra d’inverno, pesantemente manomessa in tempi recenti. Curiose le lunghe e strette stanze di servizio, a mo’ di corridoio, che delimitano la villa verso nord sulla strada che sale verso S.Michele. Sono rivestite d’intonaco a marmorino di bella fattura.
Saliamo al secondo piano e raggiungiamo l’ala a mattino: nell’area che si apre sui tre archi settecenteschi murati, precedentemente citati nella facciata, è evidente il recente intervento di frazionamento denunciato da divisori di ridotto spessore ed infissi disomogenei. Questa parte della casa doveva aprirsi in un’ampia loggia da cui godere le brezze della sera, la vista del parco e della valle di S. Valentino. Nelle altre stanze sono sempre le pitture del soffitto ad attrarre l’attenzione: il motivo raffinato di un cigno nelle stanze private, un rosone con realistico gioco pittorico d’ombre nel ballatoio delle scale, vasi di rose ed altri fiori campestri, animali fantastici, dipinti con colori e pennellate sceniche secondo il raffinato gusto ottocentesco, di moda soprattutto nelle dimore di campagna.
VILLA PIOVENE
A pleasant iron fence made in the last century with two massive, skilfully made pillars, welcomes the visitor. The villa, built in the 18th century, was renovated in 1846 by the Vicenza-born architect Giovanni Miglioranza, appointed by the Count Antonio Piovene.
The building, in the obvious style of the 18th century, is connected by a low longish structure with a barn (barchessa), which used to be adjoining the villa. The main façade, with a tympanum at the top, testifies to the renovation of the 19th century, which is recognizable mainly from the dimensions of the doors and the windows. More specifically, the dimensions of the windows on the second floor seem to have been altered, so as to give a gentler aspect to the whole façade. The plastering of the façade stems also from the 19th century with the fine-line ashlar of the first floor and the deeper joints of the second floor, its finely carved staircase made of the local sand stone and the entrance portal with its ornate coping and the acroterial vase, which has replaced a statue in the tympanum. To testify to the pre-existing 18th century structure there are the light tympanum and the statues standing on their acroterial cubes at the top of the villa. The well-carved statues stem probably from the Marinali school.
The eastern façade, on the other hand, preserves the 18th century style. On the ground floor two arched portals, the arches now being blind, constituted the entrance to the villa: on the second floor three round arches, also blind, flanked by two rectangular windows used to open in what was probably a gallery.
In front of the villa there is a garden with flower beds bordered by stone cordons and low boxwood shrubs with a fountain in the middle. Two small symmetrical staircases lead to the lower part of the garden, where the cold frames are to be found. The garden (attributed to Jacopo Casabianca) has its own physical continuation, through another staircase to the East, in a beautiful park with century-old trees, no longer belonging to the villa.
Inside the villa the original 18th century plan is obvious with the rooms arranged in a straight line. A first room with handsome proportions features a ceiling painted with designs reproduced from the main fence.
In the main room the very interesting ceiling is a finely decorated canopy celebrating Adele, the wife of Antonio Piovene.
From the ground floor we can reach the hothouse, which has been heavily altered in recent times.
The long and narrow service rooms, almost like a long corridor, are rather strange. They run on the northern side along the road leading to the church of Saint Michael. They feature a well-made “marmorino” plaster.
We go up to the second floor and reach the Eastern side of the villa: in the area opening toward the previously mentioned blind arches of the façade, the recent division of the spaces is rather obvious from the thin dividing walls and from the non-homogeneous door frames. Probably this part of the mansion used to open up in a large gallery in which to enjoy the evening breeze, the view of the park and of the Valley of San Valentino. In the other rooms what attracts the attention are always the pictures of the ceilings: the elegant motive of a swan in the private rooms, a fake rose window with a rather real-looking play of shadows on the stair landing, vases with roses and other wild flowers, fantastic animals, painted with colours and scenic brush-strokes following a refined taste of the 19th century, fashionable in particular in the country mansions