PRESENTAZIONE

L’Associazione Laboratorio Brendola opera dal lontano 1997 nella comunità brendolana alla continua ricerca di sentimenti, orientamenti e valori condivisi per dare senso e significato al quotidiano scorrere del tempo, per tentare di individuare le qualità e le eccellenze di questo paese. E’ un lavoro che ha dato qualche risultato, risvegliando interessi e producendo speranze di una vita comunitaria più a dimensione umana e ricca di relazioni. I tempi e le persone cambiano, si trasformano, si adattano, sperano nel futuro e nello stesso tempo si spaventano delle novità, si  trovano e ritrovano nei soliti luoghi e scoprono che tutto è limitato. In questa società globalizzata, che ha sconvolto tante certezze e tanti riferimenti, tentiamo di fotografare un paese in evoluzione,  un paese alla ricerca di una nuova identità, un paese cresciuto in fretta e disordinatamente, un paese che ha perso i vecchi riferimenti storici e non sa dove rivolgere lo sguardo, un paese nuovo dal punto di vista urbanistico,  un paese che documentiamo con immagini nuove, ma già datate per la rapidità dei cambiamenti.

Vi presentiamo una serie di fotografie raccolte nell’anno 2010, che al momento della pubblicazione sembrano ricordare un mondo già passato, immagini quotidiane che non suscitano  più emozioni perché parte dei nostri riferimenti abitudinari, immagini che ci scorrono in continuazione davanti agli occhi, ma che ci sfuggono nel loro significato, immagini di una realtà scontata che forse  non suggeriscono niente di speciale, non stimolano la mente a pensare e a riflettere sul vero valore dell’abitare, dello stare insieme.
La nostra società è diventata immagine, impalpabile, eterea, inconsistente, trasparente, fatta per l’oggi senza pensieri per il dopo di noi, fatta per essere consumata e non durare nel tempo, distrutta repentinamente da altra immagine.  Le immagini di un mondo esterno riproducono il mondo interno e variegato degli abitanti:  persone impegnate a realizzare la crescita personale e collettiva in maniera coerente e rispettosa degli altri; persone vuote e superficiali che esternano il loro essere profondo  impudicamente vuoto e leggero, senza spessori morali ed etici, quasi fosse virtù dimostrarsi incapaci ed incompetenti;  persone sole, senza relazioni, confinate in un mondo caotico e deserto nello stesso tempo, lasciate ai margini per l’età, per il colore della pelle, per la diversità; persone inascoltate e derise per il legame con il passato ormai sconosciuto, incapaci di accettare i cambiamenti del tempo, incapaci di utilizzare le nuove modalità di comunicazione; persone incapaci ed egoiste, individualiste, arroganti, impegnate a realizzare esclusivamente i propri interessi e le proprie idee .
Questo è il nostro tempo; questa è la costruzione di un habitat senza futuro e senza giovani; questa è la nostra terra in parte rovinata da costruzioni speculative, senza ancoraggi alla comunità, senza speranza di sopravvivenza nel tempo. Cattedrali costruite al risparmio, edifici senza possibilità di resistere e restare per altri, costruzioni frutto tante volte di pura speculazione che non possono sperare di riempirsi di vita e umanità. Mattoni assemblati, cemento di facile usura che non possono resistere alla natura e alle forze naturali, coprono tanto nostro territorio in maniera disordinata ed insensata.

Queste immagini non sono  il richiamo dell’ambientalista a tutti i costi, dell’idealista di turno, del contestatore del momento, ma la fotografia di un paese vero e reale. Il degrado è parte integrante della vita e dell’uomo che invecchia, ma quello che spaventa è la mancanza di forze nuove, di idee, di progetti per i giovani che dovrebbero subentrare nel cammino della comunità. I vecchi hanno costruito con i denti, con le fatiche, con i sacrifici un mondo destinato a morire perché nessuno ha mai pensato a coloro che avrebbero dovuto subentrare e continuare il percorso. Non dobbiamo difendere la natura, ma difenderci dalla natura che ha forze e potenzialità che nemmeno possiamo immaginare.

Immagini quindi di oggi già vetuste, già documento storico a distanza di qualche anno. Questa raccolta è quindi  già storia, come le immagini delle case rurali raccolte qualche anno fa in gran parte già scomparse, non più visibili, non conosciute dalle nuove generazioni che non hanno avuto il tempo per vedere e sapere, che non hanno avuto la pazienza di scoprire, che non hanno avuto il senso che il futuro non esiste senza passato.

Anche l’Associazione Laboratorio Brendola deve adeguarsi ai tempi, non avendo a disposizione soldi per la stampa di un nuovo libro, deve sperare di poter continuare la sua attività affidandosi alle nuove tecnologie informatiche che permettono la divulgazione a bassi  costi.
Anche l’Associazione Laboratorio Brendola non è riuscita a coltivare ricambi generazionali e si sta lentamente adattando ai tempi. E’ quasi per testardaggine che si continua a lavorare, con la profonda convinzione che la ricerca, la cultura, la difesa del territorio e della sua gente, sono ancora ideali sostenibili e validi. E allora, oltre alla Scuola di Formazione Permanente ed al Premio Laboratorio Brendola, si tenta di pubblicare una documentazione sulla realtà di alcuni aspetti architettonici brendolani. Le fotografie sono state scattate senza nessuna pretesa di alta qualità e abilità professionale, ma all’esclusivo scopo di documentazione in un preciso momento storico.
A quei lettori che saranno arrivati alla fine di queste righe vogliamo ricordare che esistono ancora validi motivi per sperare e per trovare qualche immagine positiva e degna testimonianza di un mondo che merita di essere valorizzato e rispettato.

                                                              Il presidente
                                                            Visonà Giuseppe