RISORSE NATURALI E MATERIALI COSTRUTTIVI

L’uso dei materiali da costruzione con cui, in un dato luogo, vengono eretti gli edifici, è in stretta relazione con le risorse del territorio di quell’area geografica.
Brendola si trova, dal punto di vista delle risorse naturali del territorio e delle tipologie costruttive, nell’area della pietra.
Non dimentichiamo che oggi è in atto un ritorno alla bio-edilizia, cioè a sistemi costruttivi che privilegino materiali naturali e biodegradabili, i quali, oltre ad inserirsi perfettamente e in modo integrato nell’ambiente in cui sono collocati, possono essere riutilizzati o smaltiti facilmente al contrario delle strutture in cemento armato. Certo, è innegabile, l’ambiente condiziona la tipologia dell’insediamento e le scelte costruttive. In altri termini il legno, una sorta di cemento armato del passato, è stato utilizzato per lo più come materiale sussidiario rispetto al mattone e alla pietra. Il principe dei legnami è stato naturalmente l’abete (peso), i cui tronchi, appena sbozzati o ben squadrati, sono stati impiegati per costruire «le strutture orizzontali delle costruzioni soggette a sollecitazioni, come i solai e l’ orditura dei tetti».
Le travi si innestano direttamente nella muratura e su di esse poggiano i pavimenti, di assi di legno inchiodate ai tronchi (solaro, termine col quale si indica anche il soffitto di legno, il sojaro). Per i tetti invece si procedeva, dopo aver collocato le travi (quella di colmo era appunto detta colmo o trave de colmo) , con una seconda orditura (posta trasversalmente alla prima) di morali (morali, murali, curenti), sui quali venivano direttamente posate le tavelle (tavèe) in cotto. I coppi (cupi) infine ricoprivano la struttura del tetto (cuèrto, covèrto), la cui grondaia ( corniza) sporgeva lievemente a protezione delle facciate. Tuttavia il tetto tavellato era un lusso che non sempre ci si poteva permettere e allora si sostituivano i morali e la sovrastante copertura tavellata con tavole sempre poste trasversalmente rispetto alle travi, e su queste inchiodate. Ovviamente l’isolamento di quest’ultimo sistema era piuttosto precario, sia nei confronti del freddo che della pioggia. Infatti lo spostamento o la rottura accidentale di un coppo provocava infiltrazioni. Scarsamente utilizzate nelle dimore rurali sono le pietre da taglio; risultano invece ben presenti pietrame (pietre grezze solo parzialmente lavorate, quel tanto che permetteva di inserirle nella struttura verticale della casa) e ciottoli. Questo materiale lapideo può essere cementato (da malte, fango o altro) oppure posto in opera a secco, cioè senza leganti. Quest’ultima soluzione può essere dettata da ragioni pratiche (rendere la parete traspirante) oppure dalla mancanza o scarsezza di sabbia (elemento essenziale per la preparazione delle malte).