Vo' 

INTRODUZIONE

Un paese, un territorio, una comunità presentano sfaccettature, connotazioni, aspetti diversi e variegati, tutti degni di nota ed attenzione.
La ricerca e lo studio storico si possono focalizzare anche su frammenti di un territorio alla scoperta di avvenimenti e storie di vita. Il borgo di Vo’ è legato storicamente e geograficamente alle vicende dell’intera comunità brendolana di cui ormai si conoscono gli elementi portanti. Questa premessa ci autorizza a mettere in rilievo quindi alcune annotazioni trascurate in altre pubblicazioni.

Un tratto di antica strada ritrovata al termine dell’attuale via Marinali  Particolare di una carta del 1558, del Magistrato veneziano sopra i beni inculti, che riproduce il Vo’ .

A partire dagli anni ’60 abbiamo registrato una rivoluzione tecnologica ed industriale che ha modificato la vita del nostro paese e della nostra regione.
La vita quotidiana del contadino, i suoi ritmi di lavoro intatti per secoli, i suoi legami con la terra e con i tradizionali metodi agricoli hanno subito le trasformazioni ed i cambiamenti indotti dal nuovo sistema impostosi in qualche decina d’anni. La registrazione di una nuova epoca, con le sue luci e le sue ombre, che ha segnato profondamente la nostra esistenza non ci esonera dal rivolgere uno sguardo ad un mondo che ha rappresentato degnamente il passato e che merita di contribuire al futuro. Non è la nostalgia per condizioni arcaiche di vita, a volte poco invidiabili e di stenti, ma il tentativo di recuperare quanto di buono e positivo tante persone hanno seminato per generazioni. Non vogliamo che, rifiutando il passato, visto come periodo di miseria, vengano progressivamente abbandonati e negati i segni della vita rurale e le sue possibilità di sviluppo. Non vogliamo che il degrado e l’assunzione del modello urbano in tutti i suoi connotati si sostituisca al patrimonio agrario e produttivo delle nostre contrade rurali. Sono ancora visibili nel paesaggio agrario le tracce della centuriazione romana a testimonianza di un passato onorevole ed importante. I modelli urbani, unici proposti dai mass media, vengono troppo spesso assunti dalla comunità rurale che si trova così a vivere una storia non propria, tende a perdere la tradizionale capacità e volontà di conservare la propria identità culturale, rischia di non riuscire ad individuare un proprio percorso di sviluppo economico e sociale. Riteniamo che alle soglie del terzo millennio la condizione rurale ed agraria meriti di essere riconosciuta come essenziale alla buona conservazione dell’ambiente ed alla formazione di un reddito degno dei lavoratori della terra.

Il nostro paese possiede la fortuna e le opportunità per dare degno risalto e chiara identità ad una parte consistente del suo territorio agricolo e rurale come la campagna di Vo’ e “la pianura di Brendola o Palù “. Lo spirito di iniziativa, affinato nei secoli dalla scarsità di risorse disponibili, quando continuamente si riproponevano scelte importanti da compiere, si deve esprimere in termini di nuova imprenditorialità agricola, in capacità di confrontarsi con altre realtà culturali e produttive, con altri sistemi economici nel rispetto della natura e dell’ambiente. Questo nuovo assetto può nascere non certo per virtù etnica, congenita, ma da una lunga storia interna a questo ambiente specifico con la convinzione di possedere un patrimonio di valori e capacità accumulato nel tempo. Si deve fare riferimento all’accumulazione di esperienze, risorse di intelligenza e di relazioni per produrre una nuova specifica identità produttiva e comunitaria. Per capire il presente bisogna fare riferimento allo spirito comunitario delle opere collettive di altri tempi ed alle tante iniziative comuni, dove etica ed economia camminavano insieme. Con questa cultura si sono realizzate tante strutture cooperative che, a volte, sono andate troppo lontane dalle origini, come le casse rurali cattoliche, ma che restano ancora la via di sviluppo e di progresso per il mondo rurale. Speriamo che, quel “villano” che un tempo raccoglieva tutto il disprezzo dei cittadini e degli intellettuali, riesca ancora ad essere il protagonista di un sviluppo di tutta la comunità e artefice di un benessere che il mondo industriale da solo non potrà mai dare. Vogliamo ancora sognare che l’uomo è nato in un paradiso terrestre dove la terra germinava ogni specie di fiori e di alberi, dove frutti non più visti profumavano l’aria, dove l’acqua possedeva la freschezza delle sorgenti ed il cibo aveva sapore del miele.

Mi auguro che l’Associazione Laboratorio Brendola, attraverso queste pagine dedicate al borgo di Vo’, possa contribuire ad aumentare l’attenzione, l’interesse per lo sviluppo ed il progresso , profondamente convinta che la difesa del territorio e della qualità della vita passa necessariamente attraverso la terra, l’acqua ed il mondo agricolo. Il borgo di Vo’ è parte integrante e fondamentale dell’intera Comunità brendolana, che ha l’obbligo ed il dovere di pensare ad ogni suo angolo di territorio e di vita potenziando e favorendo la realizzazione di una qualità di vita degna e decorosa per tutti i suoi abitanti

ASSOCIAZIONE LABORATORIO BRENDOLA

IL PRESIDENTE

Giuseppe Visonà