ALFONSINA MATTARELLI

 

 

 

L’ORATORIO REVESE NELL’ARCHITETTURA RELIGIOSA VICENTINA

 

Per cogliere alcune relazioni tra l’oratorio Revese ed altri edifici religiosi vicentini della stessa epoca, ci sembra utile ripercorrere il cammino artistico di Alvise Lamberti, indicato come il più probabile artefice, appunto, della chiesetta brendolana.

Formatosi alla scuola padovana del Bellano, il Lamberti fu condiscepolo di Pietro Lombardo e di Domenico di Paris, da cui derivano alcuni spunti stilistici ferraresi; nel 1494 è a Venezia a lavorare con Pietro Lombardo, sotto la direzione del Codussi, nel prospetto della scuola di San Marco.

Nel 1498 Alvise è a Ferrara, dove compie la Tomba di Tommasina Gruamonte, ora nella casa Romei (questa è anche l’unica sua opera documentata, firmata e datata). “La coppa rotonda entro cui è il busto di Tommasina si adorna di quella conchiglia a spicchi larghi e spaziati che si concludono con un elemento curvilineo: il PECTEN, definito dal Lorenzoni il motivo firma del Lamberti” (Barbieri, 1984).

A Vicenza l’attività di Alvise Lamberti si colloca negli ultimi anni del ‘400,

quando l’espressione architettonica della città è ancora dominata dalla figura di Lorenzo da Bologna.

Questi è rivolto a diffondere il nuovoorientamento classicheggiante in un ambiente dove predomina ancora il gotico; pertanto, egli cerca di conciliare tra loro i due stili e di stabilire un’armonica continuità tra le costruzioni gotiche e quelle del 1° Rinascimento vicentino, introducendo una più calcolata scansione degli spazi, una linearità compositiva classica, senza rinunciare del tutto a schemi gotici. Il Lamberti fu sicuramente influenzato da questo architetto e non è da escludere anche un rapporto diretto tra i due (Lorenzoni, 1963).

A sottolineare questa stretta “parentela” tra i due architetti, va segnalata la difficoltà, talvolta, di attribuzione all’uno o all’altro, come nel caso di due altari:

– della Pietà di Monte Berico (prima campata a destra, entrando dalla porta occidentale);

– della famiglia Magrè, in San Lorenzo (terzo nella navata sinistra).

Accomuna i due altari l’impostazione architettonica, in particolare il vistoso “PECTEN” entro la lunetta; perciò alcuni critici propongono, in entrambi i casi, la paternità di Alvise Lamberti.

Ma, più recentemente, il Barbieri ha rilevato alcune diversità non trascurabili:

– un segno più marcato e corposo nell’altare di Monte Berico, in cui è visibile l’influenza del Codussi sul Lamberti,

– una linea più minuta e superficiale, come “a graffito”, riconducibile a Lorenzo da Bologna, nell’altare di San Lorenzo.

L’altare di Monte Berico rappresenta anche l’ultima opera del Lamberti in terra veneta; dopo aver realizzato nel 1498 la tomba Gruamonte a Ferrara, l’architettto soggiornò dal 1503 al 1504 in Crimea, dove realizzò il portale di Bachcisaraj e tra il 1505 e il 1508 fu a Mosca, dove lavorò alla cattedrale di San Michele.

Testimonianza dell’architettura religiosa del 1° Rinascimento, molto vicina all’oratorio Revese è la facciata laterale della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli in Lonigo.

La terminazione trilobata delle due chiese, oltre che fare riferimento a modelli veneziani (San Michele in Isola e San Zaccaria del Codussi) va fatta risalire anche ad esemplari gotici presenti pure a Vicenza (come l’oratorio di San Cristoforo) e nel vicentino (ad esempio la chiesetta del Castello di Thiene). Entrambe le costruzioni, di Brendola e di Lonigo, anche se progettate dal Lamberti, sono riconducibili alla scuola di Lorenzo da Bologna che tentava, come già detto, di sovrapporre le nuove forme classiche al gotico preesistente.

Come l’oratorio Revese, anche la facciata di santa Maria dei Miracoli è divisa in due ordini: dallo zoccolo del basamento si innalzano quattro lesene che incastonano il portale, archi a tutto sesto nel secondo ordine rendono più leggero il prospetto, coronato da tre arcate con la tipica decorazione della conchiglia a pettine e divise tra loro da pinnacoli.

Nonostante la stretta analogia è possibile, comunque, vedere, tra la chiesetta di Brendola e la facciata del santuario di Lonigo, alcune diversità: un movimento più sciolto e più snello a Brendola, una compiacenza più aderente alla matrice codussea a Lonigo (Lorenzoni, 1963). Sarebbe interessante, secondo il Lorenzoni, potere fare confronti anche tra la cappella Revese e la chiesa di San Rocco (eretta a Brendola nel 1489 e abbattuta nel secolo scorso) opera di Angelo Frealdo, che eseguì, peraltro, lavori su commissione di Andrea Revese a Vicenza. Queste coincidenze inducono a non escludere del tutto il coinvolgimento, appunto del Frealdo, anche nella cappella Revese.

Analogie stilistiche si possono ancora

individuare tra le archeggiature che si presentano nei fianchi della chiesetta dell’Annunciazione, nella chiesa di Santa Maria dei Miracoli di Lonigo, e nell’esterno della Cappella Barbaran a Santa Corona nell’abside di San Rocco.

Quest’ultima chiesa è la testimonianza più significativa dell’architettura religiosa vicentina del 1° Rinascimento. La facciata, progettata nel 1485 da Lorenzo da Bologna (Reato, Cevese), fu eseguita da altri nel 1530. Ritroviamo anche qui il motivo delle quattro lesene, lunghe e sottili di marmo bicromo, bianco e rosa, che dividono verticalmente il prospetto, più distanziate al centro, più ravvicinate ai lati, in cui si aprono finestre centinate. Sostegno alle lesene è uno zoccolo “a specchiature” di marmo rosa e grigio su fondo bianco, reminiscenza gotica; a coronamento della facciata troviamo qui un timpano triangolare, che sostituisce agli inizi del 1500 le terminazioni trilobate precedenti.

 

 Bibliografia:

Barbieri Franco, Scultori a Vicenza dal XV al XVI sec., Neri Pozza, Vicenza, 1984.

Bortolan Domenico, S. Corona, chiesa e convento dei Domenicani in Vicenza, Tip. S. Giuseppe, 1889.

Cevese Renato, L’architettura vicentina del I Rinascimento, in “Bollettino del Centro Internazionale di Studi d’architettura A. Palladio”, Vicenza, 1964.

Cevese Renato, Ville della provincia di Vicenza, I-II, Milano, 1971.

Lorenzoni Giovanni, Lorenzo da Bologna, Venezia, 1963.

Reato E.-Cevese Renato, Breve guida a San Rocco in Vicenza, G. Rumor, Vicenza, 1985.

Schiavo Remo, Guida di Lonigo, Tip. S. Giuseppe, 1979.