CASA NATALE DI SANTA BERTILLA BOSCARDIN

Anna Francesca Boscardin nacque il 6 ottobre 1888 nella casa ora inglobata all’interno della attuale moderna struttura assistenziale. La grande casa di riposo è sicuramente il miglior riconoscimento per illustrare il nome di Santa Bertilla, la santa della carità nascosta, disponibile a solidarizzare con ogni sofferenza ed emarginazione. La costruzione è stata iniziata nel 1982 ed inaugurata l’anno successivo su un’area di quattro ettari circa.
Angelo Boscardin, nato nel 1859 e la moglie Maria Teresa Benetti, nata a Montecchio Maggiore nel 1866, sposi nel 1887, oltre a suor Bertilla ebbero ancora due figli: Giovanni Battista nato nel 1891 morto di tubercolosi nel 1921 ed Abramo nato nel 1893 e deceduto a tre anni. Anna Francesca frequenta le scuole del paese fino alla terza classe e contemporaneamente aiuta la madre in casa ed il padre nei campi. Gli ultimi parenti, i cugini della Boscardin, se ne vanno come tanti paesani in Brasile, emigranti per sfuggire alla fame ed agli stenti. Annetta rimane e riceve la prima comunione nel 1897 e nel 1905 entra nell’Istituto Farina delle Suore di S. Dorotea a Vicenza. Riceve il nuovo nome di Maria Bertilla e passa il primo anno di noviziato alla Casa Madre, assegnata alla lavanderia, al forno ed alla cucina. Nel 1906 viene inviata all’ospedale di Treviso per il secondo anno di noviziato, dove continua il lavoro in cucina in attesa della professione religiosa che arriva nel 1907. Nel 1908 viene inviata per la prima volta in reparto ed allo scoppio della Grande Guerra viene assegnata all’assistenza dei soldati. Dopo la rotta di Caporetto è trasferita in Brianza e successivamente a Como. Nel 1919 torna a Vicenza per un breve periodo di riposo, torna poco dopo a Treviso e lì muore il 17 ottobre 1922. L’11 maggio 1961 viene proclamata Santa da Giovanni XXIII. Conosciuta come la suora “comodino” ed “oco”, come amava autodefinirsi con intelligente ironia, diventò Santa continuando ad andare “per la via dei carri”. In suo onore la strada che da Goia conduce alla Chiesa Parrocchiale di S. Michele è chiamata “la via dei carri”. Santa Bertilla ha onorato con il suo percorso verso il Signore tutta la povera gente che abitava questa contrà. La via dei carri torna dunque al centro dell’attenzione della nostra società piena di pretese ed assetata di straordinario, di visioni, di apparizioni con tre parole eccezionali: umiltà, semplicità e carità.
La visita vera e propria alla casa natale non manca di suscitare forti emozioni e commozione. La vecchia casa dove Annetta nacque e crebbe ha subito un restauro che custodisce gelosamente le testimonianze della povera vita di una famiglia contadina: la cucina a calce con il secchiaio in pietra e le quattro pignatte d’uso quotidiano, la stalla, il piccolo porticato con il modesto fienile. Si possono vedere piccole stanze con elementari ed indispensabili cose tipiche di un ambiente povero e contadino, utensili semplici che venivano usati nei campi ed in casa. Al piano superiore la camera dei genitori, il vano-bugigattolo dove dormiva il fratello, separato con una fragile parete di assi dalla cameretta della santa. Un cavalletto che reggeva il pagliericcio, comune a quei tempi a chi faticava a sbarcare il lunario, la vecchia sedia impagliata, la cassapanca che porta gli unici ricami ora scavati dai tarli e, sopra il letto, il crocefisso, il tradizionale quadretto della Sacra Famiglia. Sempre al piano superiore le povere disponibilità della santa: la logora veste, la sua misera valigetta, il rosario, il lenzuolo che l’aveva avvolta nella bara, recante le tracce della sua sofferta agonia; la conca di legno per lavare: umilissimi strumenti rivalutati e resi splendidi dalla enorme carità di S. Bertilla. Davanti alla casa è posto un gruppo marmoreo che ritrae Santa Bertilla in mezzo ai bambini. La composizione esprime con complice serenità la grande armonia del luogo posto sul declivio della collina.

 

THE NATIVE HOUSE OF SAINT BERTILLA BOSCARDIN

Anna Francesca Boscardin was born on Oct.6th, 1888 in the house which is now incorporated in the modern old-people care structure. The large nursing home is most certainly the best eulogy to give prestige to the name of Saint Bertilla, the Saint of the hidden charity, ready to partake in every case of suffering and marginalization. The building of the structure was begun in 1982 and opened the following year in an area of about four hectares.
Angelo Boscardin, born in 1859 and his wife Maria Teresa Benetti, born in Montecchio Maggiore in 1866, were married in 1887: besides Sister Bertilla, they had two sons: Giovanni Battista, born in 1891, who died of tuberculosis in 1921, and Abramo, born in 1893, who died at the age of three. Anna Francesca attended the local elementary school for three years and, at the same time, she helped her mother with the household chores and her father in the fields. The other relatives, the Boscardin cousins, left for Brazil like so many other people from Brendola, emigrants desperate to escape from famine and poverty. Annetta (as she was called) remained and received her First Communion in 1897 and in 1905 she entered the Istituto Farina of the Saint Dorotea Order of Nuns in Vicenza. She was given the new name Maria Bertilla and spent the first year of her novitiate at the Mother House, where she was assigned to the laundry house, the bakery and the kitchen. In 1906 for her second year of novitiate she was sent to the hospital of Treviso, where she continued to work in the kitchen, waiting for her religious profession which arrived in 1907. In 1908 she was sent for the first time to the hospital ward and, when the Great War broke out, she was assigned to the care of soldiers. After the defeat of Caporetto she was transferred to Brianza and then to Como. In 1919 she came back to Vicenza for a short period of rest and after a while she went back to Treviso, where she died on Oct. 17th, 1922. On May 11th, 1961 she was proclaimed Blessed by Pope John 23rd. Known as the “Night Table” and the “Duck” Sister, as she used to define herself with intelligent irony, she became a Saint by continuing to walk along the “road of the carts”. In her honour the road which goes from Goia to the Parochial Church of Saint Michael is called “the Road of the Carts”. Saint Bertilla honoured on her way towards the Lord all the poor people who lived along this road. The “Road of the Carts” comes back to the centre of attention in this modern society centred on demands and thirsty for the extraordinary, visions and apparitions with three exceptional words: humility, simplicity and charity.
The actual visit to the native house causes strong emotions and deep feelings. The old house where Annetta was born and grew up has undergone a restauration which preserves punctiliously the testimonies of the poor way of life of a farmer family: the kitchen plastered with lime, with the sink made of stone and the four pots which were used every day, the barn, the small portico with the hayloft. The rooms are small and are furnished with the simple and indispensable items typical of a poor farming environment, simple tools which were used in the house and in the fields. On the upper floor the bedroom of the parents, the cubbyhole where the brother used to sleep, partitioned by a thin wooden wall from the small room of the Saint. A sawhorse supporting the straw mattress, the usual bedding at that time for people who could not afford much more, the old chair with a straw seat, the chest still containing the only embroidered items, now torn to pieces by time and, over the bed, the cross and the traditional picture of the Sacred Family. Still on the upper floor the poor belongings of the Saint: the worn-out dress, her miserable suitcase, her rosary beads, the sheet in which she had been wrapped in her coffin, which still shows her sufferings: the wooden basin for the laundry: very humble items, re-evaluated and made splendid by the huge charity of Saint Bertilla.
In front of the house there is a marble group representing Saint Bertilla among children. The composition portrays with great simplicity the peacefulness of the place on the slope of the hill.