Via Ferruccio Marzari

Provenendo da Via Pasubio e attravesato Via Monte Grappa si prosegue per Via Ferruccio Marzari.
Via Ferruccio Marzari o Il Lavo, partecipa della vita del Castello e della Chiesa.
Benché l’abitato sorga discosto e distinto, in qualche modo ne fa parte, ne è la propaggine. Ma c’è un sito che dal Lavo trae l’accesso e che dal Lavo si distingue: si sale dietro alla fontana.
Un’ erta stradina conduce lassù tra cielo e terra, nel silenzio incantato di un ambiente dove l’uomo cammina in punta di piedi.
E’ la terra di Moreno e Gerardo Rezzante e di Bedin Ennio. Due case poggiate appena al bosco, una carrareccia sassosa e un panorama mozzafiato: quello della Conca vista dall’alto.

L’ambiente si presenta in parte selvaggio, appena temperato dalla mano dei vari proprietari. Nell’aria è chiaramente percettibile la lotta tra la terra restìa e la vanga, tra il disegno dell’uomo e la forza della natura. Soprattutto c’è quel silenzio che d’estate si fa arsura e nelle notti serene un fiume di stelle. Qui era giunto nei primi del ’900 un Signore di nome Bernardella.
Innamorato del sito ne aveva fatto un luogo di pascolo. La casa di Ennio era una malga, dove si faceva il formaggio; l’edificio dei Rezzante era una grande scuderia per i cavalli. Il signor Bernardella era anche appassionato cacciatore e sul posto esisteva un roccolo.
Poi il proprietario ebbe un dissesto finanziario e vendette il podere. Parte del terreno fu acquistato dai Vinante, la malga andò a Luigi Faccio, nonno di Ennio e la scuderia ai Rezzante.
Oggi la proprietà di Ennio Bedin confina con i Frealdo, i Dal Mola e ancora con Dino Cenghialta , Antonio Valente e Maran del Castello: una fetta di “paradiso”tanto bella quanto difficile da seguire.
Ma Ennio ci sta bene e anche i Rezzante, a quanto pare.